La nota del MIUR del 16 luglio stabiliva che l’art. 5, comma 8, del D.L. n. 95/2012 si applicava anche alla scuola; ciò in spregio a contratti nazionali e interpretazioni dell’ARAN dovute al fatto che un precario della scuola, per la natura del suo contratto, non può materialmente fruire delle ferie prima della scadenza dell’incarico.
Il divieto di monetizzare le ferie non godute annullerebbe quindi il diritto alle ferie e violerebbe la Costituzione per disparità di trattamento. Il MEF, sulla base della nota del MIUR, ha ordinato alle Ragionerie Territoriali di sospendere i pagamenti delle ferie “in attesa della conversione in legge del decreto legge 95/2012”, prevista per i primi di settembre.
Si dà quindi per scontato che il Parlamento della Repubblica approvi “a bacchetta” quanto imposto dal Governo, così come per il taglio in tutta fretta di altri 16.000 posti e l’accorpamento di oltre 80 scuole, conseguenze irreversibili della spending review. Bell’esempio di rispetto delle regole democratiche.
Dopo aver colpito solo i lavoratori e rigettato qualsiasi ipotesi di varare una “patrimoniale” sui redditi dei miliardari, ora il Governo Monti si appropria dei pochi soldi (circa 1000 Euro) su cui un precario della scuola può contare per affrontare i mesi di disoccupazione. Una notizia che ovviamente interessa un nutrito gruppo di precari salernitani che potrebbe ben presto intraprendere iniziative di protesta clamorose.