Il ds si è soffermato sul cambio tecnico: “Ci dispiace abbia pagato Perrone, ma il calcio è anche questo. Dobbiamo cercare di raddrizzare questo trend negativo sperando di non commettere ulteriori errori. Ci dovremmo vergognare per determinate prestazioni. Non ci vedo nulla di positivo in quello che stiamo facendo, non mi ero illuso dopo la vittoria col Gubbio perché già quella gara era un campanello d’allarme”. L’attenzione si è spostata sul match di Pontedera: “Prestazione negativa generalizzata, non andrei a fare nomi. Dobbiamo raccogliere i cocci. Non tutto è da buttare il materiale umano in rosa”.
A chi gli ha chiesto i motivi della scelta di Gregucci, Fabiani ha risposto: “Bisognava trovare un allenatore che calzasse per lo spogliatoio, è stata l’unica scelta da parte della società, Angelo ha accettato senza battere ciglio. Lo conoscete bene, ha avuto un’altra esperienza a Salerno, vuole ricompattare spogliatoi, tifosi, ambiente e società. Mi dispiace se passa il messaggio che Perrone era il male della squadra. Non si possono cambiare 27 giocatori, ci sono state prestazioni non all’altezza di determinati calciatori, è stato un dato incontrovertibile. Si cerca di dare una scossa all’ambiente e di rigenerare l’ambiente partendo dall’allenatore”.
Sul mercato: “Non è facile fare operazione, quando la società a gennaio cambia tanti elementi significa che qualcosa non ha funzionato. Proveremo a rinforzare l’organico. Vi faccio un esempio: è naturale che, se ipoteticamente andassimo dal Pontedera a chiedere Arrighini, ci direbbero di no, lui gradirebbe categorie superiori o squadre meglio piazzate in classifica. Siamo riusciti a prendere questi Bianchi e Scalise dall’Ascoli per il momento societario particolare. Siamo riusciti a prendere Fofana che aveva voglia di venire a Salerno ed aveva poco spazio a Lanciano. Pestrin credo che non lo lasciano andare via così facilmente: vedremo cosa succederà. Un giocatore con le sue caratteristiche mentali potrebbe tornare utile, ma Perpetuini e Volpe potrebbero garantire un buon rendimento”.
Il ds prova a rispondere al quesito circa i perché dello stato difficile in cui versa la squadra: “Non sono un depositario delle verità del calcio. Non ho contezza dell’inizio del campionato, della preparazione. Mi sono reso conto di persona di quello che oggi sta accadendo in questo gruppo. Prima di venire a Salerno ne ho sentite di cotte e di crude. Un buon dirigente non deve mai andare indietro alle chiacchiere. Si fa fatica a pensare che se vengono meno sei o sette elementi a partita sia colpa degli allenatore. Andavano fatte delle riflessioni dopo i match contro Gubbio e Pontedera. Fino a questo momento non c’è stata la scintilla da Arechi, da squadra vera. Speriamo possa avvenire da un momento all’altro. Se si va nei play off sappiamo che è un mini campionato a sé. Sono uno che non molla mai, ci credo, altrimenti non sarei a Salerno. Non riscaldo le poltrone, mi piace essere propositivo ed avere questa mentalità”.
Poi Fabiani è tornato a fornire spiegazioni sull’avvicendamento in panchina: “Perrone è un gentiluomo, un allenatore del suo tipo non va bene per situazioni di questo genere. Ci affidiamo a Gregucci, di grande temperamento, un tecnico che trasmette motivazioni, mi auguro il gruppo assimili le sue direttive”.
Il ds ha proseguito parlando della piazza e dei tifosi: “Vedere i nostri tifosi abbandonare lo stadio prima della fine della gara è stato triste. Combattiamo insieme, stateci vicini, ne abbiamo bisogno, basta poco per cambiare. Questa piazza non condiziona le prestazioni dei calciatori, anzi. Salerno è una delle poche piazze d’Europa che ti trasmette una carica particolare. Ci sono tanti giornalisti, 4-5 emittenti, c’è una tifoseria attenta e che capisce di calcio. Lavorare a Salerno non è come a Moncalieri o a Carpi, bisogna vaccinarsi ed entrare nella mentalità.
Quando esci da Salerno come calciatore o dirigente puoi andare al Real Madrid, bisogna accettare critiche e applausi. Se troviamo punto di incontro fra queste due fasi siamo a metà dell’opera. Serve convinzione nei propri mezzi, la C1 non è la C2. E’ un campionato particolare, bisogna calarsi nella mentalità e correre”. A fine intervista, quando a Fabiani sono state evidenziati “comportamenti da dirigenti di determinati calciatori” e problemi nel gruppo, il ds si è limitato ad affermare un lapidario, ma eloquente: “Chi tace, acconsente”.
Chiusura ancora sul mercato e sulla rosa: “Se hai un organico con calciatori bravi tecnicamente, si potrebbe fare la differenza. Mi auguro che quanto prima la qualità tecnica, assieme alla forma atletica in crescendo, possa aiutare la squadra a risalire la china. La Salernitana non si può dire che non ha elementi: bisogna fare riscoprire loro il gusto di divertirsi e di divertire. Sono fiducioso. Se devo prendere oggi un portiere devo prendere un dodicesimo, non so come potrebbe rispondere. Se Buffon viene a Salerno, saranno contenti anche Berardi e Iannarilli di fare la panchina. I nostri due portieri stanno subendo anche loro questa metamorfosi negativa della squadra, ma sono certo che faranno vedere il loro valore”.
Trascrizione Granatissimi – Fonte LIRATV
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