Il decreto si compone di 9 articoli. I punti principali per la parte Terra dei fuochi riguardano l’introduzione del reato di combustione dei rifiuti, strumento utile alla Magistratura per contrastare i roghi di rifiuti, spinta ulteriore sulle bonifiche (anche con il Fondo unico giustizia, creato apposta con le risorse provenienti dalla confisca di beni e guadagni illeciti delle criminalità), conferimento di poteri speciali al prefetto di Napoli, istituzione al Dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell’Interno di un gruppo per il monitoraggio, mappatura dei terreni inquinati (distinzione con quelli ‘no food), uso dell’esercito per il presidio del territorio, screening sanitario gratuito per Campania e Puglia (50 milioni, 25 a testa per il 2014 e il 2015) con il contributo dell’Istituto superiore di sanità, implementazione dello studio ‘Sentieri’ sui siti inquinati, maggiore trasparenza per i cittadini, aiuto alla filiera agricola.
Nella parte dedicata all’Ilva si punta a reperire le risorse per l’adeguamento ambientale e per l’applicazione dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia): con aumento di capitale, cessione di azioni, sblocco dei beni sequestrati. Infine, ci sono anche alcune norme sul dissesto idrogeologico e le regioni, e la Pubblica amministrazione. Contento per l’approvazione del decreto anche don Maurizio Patriciello, parroco anti-roghi di Caivano, lo definisce un “punto di inizio, non certo di arrivo” perchè “la Terra dei Fuochi finalmente è diventato un problema nazionale. Ha vinto anche la linea del dialogo, l’unica strada che noi conosciamo”.
Uno dei punti su cui si è discusso sia in Aula che fuori, è stata il testo ‘blindato’ giunto al Senato. Tanto che tra l’ironico e il serio, in molti tra i senatori parlavano di un “primo esperimento della riforma di Matteo Renzi” e l’eliminazione del bicameralismo perfetto. Anche il presidente di turno a Palazzo Madama Roberto Calderoli non ha risparmiato la frecciata: “Il decreto sulla terra dei fuochi è stato trattenuto 52 giorni dalla Camera e il Senato in due giorni lo ha affrontato e approvato. Alla luce del dibattito sul superamento del bicameralismo perfetto, credo si debba aprire una discussione su quale sia il ramo da abolire”.
(Fonte ANSA)
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