mercato impongono decisioni nuove e diverse.
A Firenze, il capo del Suo partito e Suo collega Sindaco, ha deciso per la quotazione in borsa della società pubblica del latte.
Di più, valga il sentimento popolare che, con sfumature diverse e quindi diffuse, disapprova la vendita, perché l’azienda è in attivo, è un bene di tutti, della nostra economia, della nostra tradizione, della nostra identità.
Centrale del Latte potrebbe, inoltre, ciò che un privato non può, ovvero funzione sociale che la logica del lucro esclude, come da ultimo la premiazione di “cene mediterranee” da Lei presenziata; o interventi pubblici di salvaguardia di altri settori.
Lei ricorderà, al tempo del fallimento Amato, proposi che Centrale del Latte prelevasse la gestione, con costi d’esercizio sopportabili, del Pastificio per produrre la Pasta di Salerno, sfruttando un marchio ormai della città e un prodotto della nostra tradizione, e quindi plusvalore e occasione di lavoro per i nostri giovani.
Vale, dunque, per “Il Nostro” ribadire la mano pubblica attraverso forme consortili, Public Company, con intervento di fondazioni come Carisal, che pure ha manifestato disponibilità, e con altre istituzioni (Camera di Commercio, Confagricoltura, Confindustria, ecc.), e con forme di azionariato popolare, e quindi di partenariato privato, perchè la sua forza economica è soprattutto il radicamento sul territorio. Vale, dunque, pensare a forme di sviluppo ulteriori e di maggior presenza del prodotto, che potrebbe diventare quella Granarolo di cui si cerca il dominio, con forme di commercio nuove, come il latte alla spina, la diffusione nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nei locali di svago.
Vale, di conseguenza, indicare da subito la destinazione delle somme che andranno incassate per la tutela dei prodotti tipici salernitani, delle nostre aziende, e per il lavoro dei nostri giovani. Le chiedo, pertanto, anche in forza delle 1300 firme raccolte dall’associazione La Nostra Libertà, un confronto sereno e costruttivo, e quindi una riflessione sulla opportunità della vendita così come concepita privilegiando ipotesi diverse, anche da quelle qui suggerite, che risolverebbero ogni problema,
dal bilancio previsionale, ai ricorsi giudiziali pendenti, alla salvaguardia dei livelli occupazionali, a tutte le criticità emerse nel corso di questi mesi, e soprattutto al rispetto della identità e della tradizione della nostra terra.
Con stima.
Antonio Cammarota