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Mostra: Salerno Capitale, la città della Costituzione

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Domani mattina martedì 11 febbraio alle ore 10.30 sarà inaugurata nel Salone del Gonfalone del Palazzo di Città del Comune in via Roma a Salerno la mostra “Salerno Capitale, la città della Costituzione”. Nel settantesimo anniversario di Salerno Capitale la mostra – ne alleghiamo una nota di presentazione a cura del prof. Nicola Oddati – è la prima iniziativa celebrativa del ricco programma di eventi destinato a far memoria di quelle giornate decisive per il futuro dell’Italia.

Dopo la liberazione del territorio nazionale le forme istituzionali saranno scelte con un referendum dal popolo italiano che eleggerà, anche, a suffragio universale diretto e segreto un’ Assemblea Costituente per deliberare la nuova Costituzione dello Stato.

E’ questa la prima decisione del governo Bonomi riunito il 22 giugno 1944 nel Salone dei Marmi del comune di Salerno. La decisione fu presa all’unanimità dopo una ampia discussione a cui presero parte tutti i ministri, tra i quali, oltre il Presidente del Consiglio ricordiamo: Croce, Sforza, De Gasperi, Togliatti,Cianca, Saragat, Gronchi, Mancini, Gullo. Il decreto fu, poi, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ( Serie speciale, Salerno) l’8 de luglio del1944.

Questo avveniva un anno dopo il primo di innumerevoli bombardamenti della città di Salerno, che portarono alla distruzione o al danneggiamento di quasi i due terzi del suo patrimonio abitativo.

I bombardamenti durarono fino al 5 di settembre e il giorno dopo l’armistizio il 9 di settembre sulle coste salernitane, da Maiori ad Agropoli 170.000 soldati Alleati con circa 1000 navi sbarcarono in una operazione anfibia che prese il nome di Operazione Valanga, il più importante sbarco mai verificatosi nella storia e che, successivamente, fu superato solo dallo sbarco in Normandia.

Salerno fu liberata l’undici di settembre e cominciò la dura fase dalla ripresa economica sociale e politica. La rinascita dei partiti che a Salerno stamparono i primi giornali liberi dopo venti anni di dittatura fu molto importante. Il 10 di febbraio 1944 il governo Badoglio si trasferì a Salerno iniziando il breve, ma intenso periodo di Salerno Capitale. Il trasferimento del governo coincise con l’affidamento ad esso, da parte degli Alleati della sovranità su tutti i territori liberati. Ma i partiti non vollero collaborare col governo, la situazione fu risolta dal segretario del partito comunista, Palmiro Togliatti, che tornato in Italia dopo un accordo tra Whysisky e Badoglio, tagliò il nodo gordiano di quel particolare momento politico, affermando che al momento la cosa più importante era sconfiggere nazismo e fascismo: i problemi interni, compresa la questione istituzionale, si sarebbero potuti risolvere alla fine della guerra: era quella che fu chiamata La svolta di Salerno.

Nell’ Aprile nacque il secondo governo Badoglio, il primo di unità nazionale e nella seconda metà di giugno fu sostituito dal governo Bonomi, che si riunì a Salerno fino alla fine del mese successivo, quando tornò a Roma, che era stata liberata il 4 di giugno.

A Salerno i leaders politici impararono a conoscersi ed a collaborare, creando quel clima, che, indipendentemente da successivi problemi interni ed internazionali porterà alla nascita della nostra Costituzione, che ancora oggi, nei suoi principi generali è, a mio avviso, tra le più avanzate al mondo.

Nicola Oddati

 

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