Eppure, la posizione in campo è rimasta praticamente la stessa. Schierato sulla trequarti contro i pugliesi aveva fatto la differenza, merito, come aveva tenuto lui stesso a precisare subito dopo la partita, del ruolo affidatogli dal nuovo allenatore. Allo stadio “Fattori” il copione è rimasto lo stesso, ma Mancini non ha affatto recitato da attore protagonista, anzi.
Poco propenso a contribuire alla fase di copertura, l’ex del Verona è apparso in calo, più mentale che fisico, rispetto alla precedente partita. L’effetto Gregucci su di lui ha avuto una durata relativamente breve a giudicare le prime due apparizioni con il nuovo tecnico in panchina. Capace di fare la differenza nella partita dell’Arechi, a L’Aquila si è rivelato esattamente l’opposto del giocatore ammirato nella partita precedente e che ha regalato giocate “strappa –applausi” al pubblico sugli spalti. Mancini, invece, allo stadio “Fattori” non ha brillato.
Non è un caso che Gregucci lo abbia sostituito nei minuti iniziali della ripresa, preferendogli un più motivato Ampuero. Eppure la continuità di rendimento in questa fase è fondamentale, soprattutto da parte di chi ha le qualità e le possibilità tecniche per fare la differenza.
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