Tali risultati – scrive il ministero – “sono direttamente legati alla crisi occupazionale, che si ripercuote anche sui fenomeni patologici legati alla gestione del rapporto di lavoro, anche se il fenomeno del lavoro “nero”, nonostante l’impegno degli ispettori, costituisce ancora un fenomeno rilevante nel sistema economico italiano, al punto tale che la percentuale dei lavoratori “in nero” (36%) sul totale dei lavoratori irregolari individuati nel corso delle verifiche svolte nel 2013 registra un incremento di due punti percentuali rispetto al 2012″.
La pianificazione 2014 – sottolinea il ministero – prevede almeno 230.000 verifiche (135.000 da parte del Ministero del lavoro, circa 25.000 da parte dell’Inail e circa 70.000 dall’Inps). La programmazione prevede una specifica articolazione sul livello regionale che declina, nei singoli contesti, i fenomeni di maggiore criticità legati alle caratteristiche economiche di ciascun territorio. Il ministero sottolinea la necessità di “reingegnerizzazione” del sistema complessivo della vigilanza, da orientare verso due obiettivi: la crescente interazione fra le banche dati disponibili e la possibilità di accedere in tempo reale a tali informazioni da parte del personale ispettivo.
Su questa linea di intervento già sono stati rinnovati gli accordi di collaborazione tra Ministero del lavoro, Inps, Inail e Agenzia delle Entrate: “l’obiettivo che si intende perseguire nel 2014 – si legge nella nota – è quello di utilizzare tali informazioni in chiave non solo gestionale, ma anche e soprattutto di intelligence, per l’individuazione, “a monte” dei processi ispettivi, di quegli indicatori di rischio necessari per meglio orientare l’attività di verifica”. Il ministero sottolinea che va posto in essere “uno specifico filone di controllo sulla legittimità circa l’utilizzo delle risorse pubbliche con finalità assistenziali. In particolare – si legge nella nota – va attentamente monitorato il fenomeno delle cig in deroga e, a tal fine, sono programmati almeno 5.000 interventi su tutto il territorio nazionale”.
Fonte La Repubblica