La Corte di Giustizia della Figc ha infatti respinto il ricorso della società campana, confermando la condanna disposta dalla Commissione Disciplinare lo scorso 29 gennaio (compresa l’ammenda di 10mila euro) in merito al derby farsa di Prima Divisione con la Salernitana, interrotto il 10 novembre dopo 21 minuti di gioco per raggiunto numero minimo dei giocatori. ‘Complice’ anche la riforma della Lega Pro, Nocera Inferiore quindi perde il calcio professionistico e attende ora di sapere dal consiglio federale della Figc in quale campionato ripartirà.
La corte presieduta da Gerardo Mastrandrea ha respinto anche gli appelli di tutti gli altri ricorrenti. ”E’ stata una delle pagine più brutte del nostro calcio”, aveva detto oggi il procuratore, Stefano Palazzi, riferendosi agli infortuni inscenati dai giocatori, che alla vigilia del match erano stati minacciati dai propri sostenitori a cui era stata preclusa la trasferta all’Arechi di Salerno. E i giudici hanno sposato la tesi dell’accusa.
”A favore della non disputa della gara ci sono due ordini di considerazioni – aveva rilevato il procuratore -: la solidarietà ai tifosi, su cui la società ha dimostrato di essere concorde, e poi il timore delle ritorsioni da parte dei calciatori. A favore della disputa invece c’è la tutela dell’ordine pubblico e la perdita automatica dei contributi, circa 400mila euro. Dopo un conciliabolo di 40 minuti i dirigenti hanno trovato la quadratura del cerchio”. Il club campano, invece, si era appellato alla corte.”L’esclusione dal campionato equivale alla radiazione della società – aveva detto l’avvocato Eduardo Chiacchio -. Ma nessun dirigente ha comprato o venduto la partita. Non si può arrivare a una pena capitale che estromette una città e una società dal calcio”.
Dopo una breve camera di consiglio però le speranze sono svanite. Confermato lo stop di tre anni e mezzo per l’ex presidente Luigi Benevento, il dg Luigi Pavarese, il medico Giovanni Rosati, il tecnico Gaetano Fontana e il suo vice Salvatore Fusco. Rimane la squalifica di un anno per i calciatori Juzvisen Petar Kostadinovic, Etse Edmunde Hottor, Lorenzo Remedi, Franco Lepore e Domenico Danti. ”E’ una situazione imbarazzante – aveva spiegato Fontana nel corso del dibattimento – perché sto pagando per essermi comportato da padre. Ho chiesto aiuto a chiunque e non l’ho ricevuto. La mia colpa è aver assecondato i ragazzi che non volevano giocare”. In attesa di conoscere le motivazioni, la Corte ha però deciso diversamente.