Episodi come quello di Salernitana-Nocerina, secondo Prandelli, “travalicano l’aspetto sportivo e non hanno nulla a che vedere con il calcio in sè, sebbene si siano verificati in uno stadio. In questi casi – sottolinea – non si parla di ultras, ma di delinquenza comune che trova modo di attecchire e rigenerarsi nel tessuto sociale di un territorio usando il calcio come scudo, facendone un pretesto per agire secondo logiche che poco hanno a che fare con la convivenza civile”.