“Immagina Salerno”; da Silvio Baratta a Vincenzo Giordano, passando per Alfonso Menna, è un viaggio che parte dalla Salerno Capitale del secondo dopoguerra e che passa attraverso la ricostruzione ed il successivo sviluppo della città. Un viaggio osservato con l’occhio privilegiato dei diversi sindaci succedutisi sulla poltrona di primo cittadino e che hanno determinato, con la loro idea di città, l’immagine e la realtà di Salerno.
Il dopoguerra per Salerno è, come per tutta l’Italia, periodo di emergenza, periodo nel quale bisogna innazitutto ricostruire. E’ in questa fase che emergono politici di un certo spessore, come Silvio Baratta, impegnati a riconsegnare alla città la capacità di soddisfare i bisogni primari, a partire dal cibo e da un tetto. Gli sforzi compiuti in questi anni vengono però interrotti dalla tragica alluvione del ’54, che per certi aspetti riporta la città ai momenti drammatici di pochi anni prima, e dalla contemporanea stasi politica rappresentata dalla parentesi del commissario prefettizio Salazar.
In seguito, nel 1956, emerge la figura imponente di Alfonso Menna. Uomo semplice ed amato dalla popolazione, Menna riesce ad accentrare attorno a sè un grandissimo consenso. Nei suoi 14 anni di governo emerge un’idea ben precisa della città: la fiducia forte nelle ricchezze e nelle potenzialità di un intero territorio, il sogno di una grande Salerno in grado di competere con altre forti realtà del Mezzogiorno. Sono anni di scelte pesanti, che hanno diviso e dividono ancora, ma che sottolineano la figura di un uomo caparbio, carismatico, capace di prendere decisioni importanti e di seguire, con queste, una propria idea forte della città.
Tutto ciò si sarebbe perso negli anni successivi: i 4 anni di Gaspare Russo, scelto dalla stessa Dc in contrapposizione a Menna, ritardano la percezione dell’estrema divisione politica, e della incapacità di proporre un chiaro progetto per la città. Dalla metà degli anni ’70, per più di 10 anni, bisognerà aspettare l’arrivo di Vincenzo Giordano per ritrovare una nuova partenza. La svolta di un’alleanza “laica e di sinistra”, che manda all’opposizione la Dc, vede un rifiorire di idee e di progettualità per una trasformazione imponente della città. Le intuizioni di quella esperienza amministrativa, interrotta da vicende extra-politiche, diverranno il punto di partenza per una nuova stagione per la città di Salerno.
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