“La canzone che porto a Sanremo è un grido di speranza – spiega – un rap positivo. La Terra dei Fuochi non è un problema solo campano, vorrei far capire a tutti che anche al nord sono stati trovati sversamenti di rifiuti tossici, ma se ne parla poco. Non è un brano per piangersi addosso, il rap è il mezzo più appropriato perché arriva immediatamente e soprattutto alle orecchie dei più giovani, va dritto al popolo. E comunque il mio brano non è solo rap, ha anche ritornelli melodici dove canto”. Poi racconta all’Ansa la sua ammirazione per Saviano.
”Ho avuto uno scambio con lui dopo aver comprato i suoi libri, libri che tutti dovrebbero avere nello scaffale. Roberto è stato il primo a denunciare la Terra dei fuochi. Sono felice che abbia anche twittato uno dei miei pezzi, ‘Senza peccat’, una canzone poco conosciuta e che quindi mi segua. Grazie per tutto quello che fa”. Il 17 febbraio uscirà l’Ep digitale (Sony) di Rocco Hunt “Nu Juorno Buono” che conterrà anche il brano in gara a Sanremo in due versioni.
Ma se il rapper e’ l unico campano in gara, la musica “made in naples”‘ sarà protagonista ancora nella serata di venerdi al ‘Sanremo Club’, la sezione che vuole creare un legame tra due anime, il Premio Tenco e il Festival di Sanremo, con l’esecuzione di due classici di Pino Daniele e Eduardo Bennato. Sara’ Francesco Renga a cantare ‘Un giorno credi’ nel primo disco del cantautore di Bagnoli ‘Non farti cadere le braccia’ (1973) scritta con Patrizio Trampetti della Nuova Compagnia di Canto Popolare.
Giuliano Palma, milanese, alla sua prima partecipazione in gara a Sanremo (dove ha gia’ cantato con Nina Zilli due anni fa) proporra’ invece ‘I say i’ sto cca” di Pino Daniele, brano di apertura di ‘Nero a metà’ (1980) tra i cento dischi italiani più belli di sempre secondo Rolling Stone Italia.
Fonte ANSA
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