Teatro Verdi – Piazza Matteo Luciani Tel.089 662141
Marco Paolini: Itis Galileo
Essere geniali, in circostanze difficili, può essere un problema, per gli altri soprattutto. Parte da questa considerazione il lavoro di approfondimento curioso che Marco Paolini e Francesco Niccolini hanno dedicato alla figura di Galileo. Il padre della scienza moderna, infatti, appare agli occhi dei contemporanei come un grande divulgatore dei propri studi, ma soprattutto come una mente che rimane aperta al dubbio fino alla fine, fino alla vecchiaia. Quando si parla di Galileo si pensa sempre a un anziano venerando: sarà una questione di iconografia, ma forse è anche perché si capisce che lo scienziato non si mette mai in pensione con la testa. Anzi, le scoperte più importanti le raggiunge dopo i sessant’anni. Galileo vive quattrocento anni prima di noi, in un’epoca governata da certezze e rigidità di pensiero, ma alcuni elementi tornano oggi a riaprire il confronto con quel passato. L’obbiettivo di Marco Paolini con questo spettacolo teatrale è quello di coinvolgere nel ragionare, non solo nel raccontare, arrivare a una situazione in cui il pubblico non sia seduto tranquillo, sapendo di dover fare lo spettatore e basta. Va in scena a teatro un dialogo, anche se non proprio sopra i massimi sistemi, ma almeno su di un “minimo comune e multiplo”.
Le parole di Paolini“Viviamo in un tempo in cui la magia è tornata a governare il futuro – dice Paolini – Sarà perché le leggi dell’economia non sono leggi matematiche e contengono una componente di caso molto rilevante, sta di fatto che il nostro mondo cerca consolazione negli astri. E mi stupisce che, 400 anni dopo la consacrazione dell’universo post-rivoluzione copernicana, tutti i giorni molti tra noi consultino le previsioni dell’oroscopo che utilizzano le stelle fisse di Tolomeo. Alla fine non importa se il cielo non è così, perché quello che conta è che ci piace. Galileo è usato spesso come simbolo della scienza libera contro la fede integralista, ma in realtà è uno che per campare fa anche oroscopi. Eppure ha la forza di guardare oltre. Per noi è facile irridere le teorie del passato, quando finiscono le teorie fanno sempre ridere. Il problema è che mentre ci sei dentro continui a pensare che non sia teoria, ma spiegazione della realtà”.
Da Giovedì 13 febbraio a Domenica 16 febbraio
Teatro delle Arti – Via Guerino Grimaldi, 7 Tel. 089 221807
VERONICA PIVETTI : MORTACCIA
Sartre scrisse un dramma intero sull’al di là, quel terreno inesplorato da cui Amleto lamentava che nessun viaggiatore fosse mai tornato. Insieme a Sartre, sono dozzine gli autori di ogni epoca che a Madama Morte hanno dedicato opere, tragedie e farse. Sembra insomma un’idea fissa dell’uomo: la vita dall’altra parte è poi così diversa da qua? Se lo è chiesto anche Veronica Pivetti, in compagnia della quale, tra canti e balli, di generi e registri diversi, indagheremo sulle abitudini di vita, totalmente inaspettate, che attendono ognuno di noi dopo il trapasso. Il giallo di un corpo in esubero dà il via a uno spettacolo assolutamente originale e divertentissimo: Mortaccia, una commedia capace di farci passare dalle risate alla commozione, coinvolgendo il pubblico, esorcizzando una delle paure più profonde dell’animo umano. E forse, alla fine, la Morte sarà pure simpatica, a debita distanza, s’intende.
Sabato 15 febbraio ore 21:00 – Domenica 16 febbraio ore 18:30
Teatro Ridotto – Via Fabrizio Pinto, 1 Tel. 089 23 39 98
Dino Paradiso: Il Problema E’ La Comunicazione
22 e 23 Febbraio
Teatro Ghirelli – Via Lungoirno Tel.800188958
Manlio Santanelli : Il Baciamano
Che cosa hanno in comune tra loro Janara, giovane popolana avvizzita prima del tempo, e il gentiluomo che, legato mani e piedi, le è stato portato in casa dal marito?Non l’idioma, giacchè la donna parla il napoletano basso e intriso di spagnolismi caro ai lazzari, vale a dire quel particolare tipo di lebe di cui Napoli vanta l’esclusiva nel tempo e nello spazio: mentre l’uomo si esprime in un italiano, se non forbito, quantomeno conforme alla borghesia colta e francofona a cui appartiene per nascita.Non la fede, giacchè lei ostenta il fanatismo proprio delle masse meridionali, furore parareligioso che ha fatto la punta alla croce e la maneggia come una spada – è a quelle masse che si è apellato il Cardinale Ruffo per reprimere nel sangue la Rivoluzione del ’99; mentre lui si limita ad usare l’arma, ahimè non altrettanto devastatrice, della ragione, presa a prestito dai testi sacri dell’Illuminismo europeo.Non la città di origine, perché se è vero che entrambi sono nati nel capoluogo campano, allora capitale del Regno, è altrettanto vero che a quel tempo – ma la situazione non è granchè mutata oggigiorno – esistevano tante Napoli quanti erano gli strati etnici e sociali che ne componevano la popolazione.Men che meno i due hanno in comune il passato, che nel caso del gentiluomo siamo autorizzari a immaginare ovattato da confortevoli natali e da un patrimonio familiare in grado di garantire la soddisfazione di qualsivoglia esigenza; laddove Janara – e lo apprendiamo dalla sua viva voce – ha sempre dovuto fare i conti con la fame, con gli stenti, con le violenze dei genitori prima e del marito poi (ha sempre “gettato il veleno”, come si usa dire dalle sue parti).E di elementi di estraneità, di marcata diversità potrei enumerarne ancora molti, disturbato in questa operazione soltanto dal proverbiale imbarazzo della scelta.Come mai, allora, due creature tanto lontane l’una dall’altra si scoprono infine partecipi dello stesso destino, che in qualche modo ne parifica la condizione, le fa apparire solidali ancorché inchiodate a ruoli fatalmente contrapposti?Della risposta a quest’ultimo interrogativo si fa carico “Il baciamano”, nella sincera speranza che risulti il più possibile esauriente e, allo stesso tempo, nella profonda convinzione che tra le molte finalità del teatro vi sia anche quella di arrivare a dimostrare ciò che altre discipline ritengono indimostrabile.
Dal 27 Febbraio al 2 Marzo
Teatro Nuovo – Via Valerio Laspro, 8/C Tel.089 220886
GLORIANA – CIRO CAPANO : SIAMO APPENA ARRIVATI DA NAPOLI
25 anni fa Pino Moris ebbe la brillante idea di realizzare lo spettacolo musicale dal titolo “Siamo appena arrivati da Napoli”. A prendere parte attiva al progetto ci fu il re della sceneggiata Mario Merola, che ne curò la regia, coadiuvato da Pino Moris. Allora in scena anche la giovane ma già collaudata Gloriana. “Il lavoro teatrale, ricorda con grande emozione Moris, ebbe talmente tanto successo che sbarcò negli anni 1988-1989 non solo in Italia ma in gran parte d’Europa. Le soddisfazioni furono tantissime a Stoccarda, a Francoforte, in Belgio ed ancora in Canada. Realizzammo più di 120 repliche. Nella nostra Capitale rimase al Teatro delle Arti, un intero mese. A distanza di 25 anni la scelta di rimettere Siamo appena arrivati da Napoli può essere una bella scommessa con me stesso. Ho deciso, continua Moris che curerà la regia della pièce, di lasciare intatto il linguaggio che usammo negli anni ’80. Come i grandi classici, nel mio piccolo credo che anche questo spettacolo musicale abbia i numeri giusti per essere riportato in scena con gli stessi canoni. Resta uguale anche la scenografia: straordinariamente semplice, raffigurante un vicolo di Napoli”. Con questo lavoro, che si materializzerà a partire da venerdì 31 gennaio, avverrà un vero e proprio tuffo nel passato. L’attenzione si focalizzerà sul periodo della guerra. Non mancheranno “due sprazzi” di sceneggiata. Sul palco anche il “Pulcinella napoletano”. Al fianco di Gloriana, che rivestirà i panni della sua “Mariuccella a Bionda” come la definiva nel lavoro Mario Merola, vi sarà Ciro Capano. L’artista andrà a ricoprire il ruolo del grande Mario Merola. A completare il quadro di “Siamo appena arrivati da Napoli”, vi saranno le colorate coreografie realizzate da Enzo Castaldo con un corpus di ballerini. L’orchestra sarà diretta da Ciro Cascino e la regia di Pino Moris. Allo spettacolo parteciperanno tra gli altri: Oscarino di Maio, Mario Aterrano, Massimo Salvetti e tanti altri. “Si riderà, ma qualcuno nel pubblico verserà anche qualche lacrimuccia”, conclude sorridendo Pino Moris.
Sabato 22 e Domenica 23 febbraio 2014
Teatro Arbostella – Viale Verdi Parco Arbostella Tel.089/3867440-347/1869810
Compagnia “Teatro Per Noi” : Meglio Un Bacio Ca’ PPavà
In un’epoca in cui lo stipendio medio di un impiegato era di 350 lire, è facile immaginare lo sgomento che prende la famiglia del generale Siriani alla notizia di dover sborsare, all’improvviso, centocinquantamila lire quale indennizzo per un incidente involontariamente provocato da Grazia, fresca moglie di Tullio, graziosa e sbadata quasi patentata. Nasce da questo evento imprevedibile l’intreccio narrativo di questa commedia. Un affresco di personaggi, di scambi, di dialoghi pungenti, nel più classico stile della commedia comica all’italiana condita in napoletano.
Spettacoli nei fine settimana dal 15 febbraio al 2 marzo, il sabato alle 21.15 e la domenica alle 19.15.
Piccolo Teatro del Giullare – Via Matteo Incagliati Tel.089220261
ANTONIO GRIMALDI : ROMEO E GIULIETTA
Giulietta è lì che canta al KARAOKE la sua canzone preferita ….se tu arrivi amore ,io decido di amarti per tutta la vita, anche se indosserai una maschera io saprò riconoscerti, anche se sei rosso, o nero, o verde io ti darò il mio cuore e tutta me stessa, anche se la rosa non si chiamerà più rosa, avrà sempre lo stesso profumo!ti amerò, contro il volere di mio padre e di tua madre, appena scorgerai il mio seno, l’ allodola invidiosa ti porterà via da me! oh morte vai via!Ma io voglio che tu entri in me che diventi me, CHE SEI ME!Il desiderio porterà i nostri giovani amanti alla morte per poter preservare il loro amore!
Nei fine settimana 1-2 8-9 e 15-16 febbraio
Teatro La Ribalta Via Salvatore Calenda,98 infoline 089 2961812 3292167636
Compagnia ” Le Nove Muse ” : Ditegli Sempre Di Si
Michele, appena uscito dal manicomio, torna a casa dove lo attende la sorella Teresa, che è la sola a conoscere i suoi trascorsi di pazzia. Michele sembra guarito, ma prende alla lettera tutto ciò che gli viene detto e, credendo che la sorella voglia sposare Don Giovanni, suo padrone di casa, ne parla alla figlia Evelina. Al pranzo di compleanno dell’amico Vincenzo Gallucci, un altro equivoco viene generato da Michele che invia un telegramma al fratello di Vincenzo per annunciare la morte dell’amico. Nel finale, la pazzia di Michele torna a farsi più evidente: diffonde la falsa voce che il giovane Luigi, il corteggiatore della figlia di don Giovanni, è pazzo, e quindi cerca di tagliare la testa al povero giovane, per guarirlo; « La causa di tutti mali,dov’è? Nella testa! »
Sabato 22 febbraio ore 21:00 e Domenica 23 febbraio ore 19:00
“La redazione non si ritiene responsabile per eventuali variazioni, modifiche, spostamenti o annullamenti degli spettacoli in programma e pubblicizzati in questa pagina”
A Cura di Ciro Casella