Non ci sono intoccabili nella Salernitana di Gregucci, non ci sono leadership definite. Gioca chi sta meglio, gioca chi merita senza preconcetti. E’ il caso dell’avvicendamento Piva, Pasqualini, Piva. C’è poi il caso Volpe, Mounard e via di questo passo. Tutti giocatori recuperati e oggi utili alla causa. Se da un lato la squadra sembra aver imboccato la strada giusta, dall’altro lato è presto ancora presto per dire quanto vale la nuova Salernitana di Gregucci. I test poco probanti ai quali la squadra si è sottoposta non aiutano a dare una risposta. per farlo bisognerà attendere il derby con il Benevento e la serie di big che incroceranno i tacchetti subito dopo. La prova del nove avverrà in diretta, senza possibiità di appello. Lo sa bene Gregucci che sta spingendo al massimo la sua Salernitana per farla trovare pronta agli appuntamenti decisivi, queli con squadre contro le quali ci sono punti e piazzamento play off da conquistare
Salernitana nei Play Off…ma adesso bisogna restarci
Sette punti in tre partite: 6 gol fatti e due incassati. E’ il cammino in campionato della Salernitana targata Gregucci che dalla sua ha potuto contare su 8 innesti di qualità, sul rientro a tempo pieno di Mendicino che aveva già fatto gol pesanti sotto la gestione Perrone e sul recupero di Pasquale Foggia sia sul piano fisico che psicologico. Tre partite di cui due a bassissimo coefficiente di difficoltà: Barletta ed Ascoli. In mezzo la gara con l’Aquila che ha fornito, seppure per un tempo, utili indicazioni. Tre partite, quattro se consideriamo anche quella di Coppa Italia vinta contro il Grosseto, che ci dicono che la Salernitana ha cambiato passo, ha un ritmo ed una determinazione diversa, che il nuovo mister usando bastone e carota riesce a tenere tutti sulla corda a rinunciare a giocatori importanti come Mancini immolato sull’altare del modulo e del rendimento delle ultime settimane.
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