Bruno Huberto Damiani ha il doppio passaporto, italiano e brasiliano, ed era tornato in Brasile poco dopo l’omicidio Vassallo con un biglietto aereo comprato a maggio 2010 da uomo libero. Le tentate estorsioni con l’aggravante del metodo mafioso, in concorso con Giuseppe Stellato detto Pappacchione, per le quali gli sarà notificata una ordinanza cautelare, risalgono al 2006, vittime il proprietario di un locale notturno di Eboli e quello di una ditta del mercato ittico di Salerno, ma il provvedimento restrittivo del gip di Salerno è del giugno 2011.
Un reato per il quale il Brasile non concede estradizione, ma la Colombia sì in presenza, come in questo caso, di un decreto che dispone il giudizio. Sempre nel 2011, ma a ottobre, il gip di Salerno e quello di Vallo della Lucania emettono una misura che lo riguarda nell’ambito di una indagine sullo spaccio di droga in Cilento; Damiani è chiamato in causa per i rapporti con una famiglia di albergatori di Pollica-Acciaroli e alcuni pregiudicati dell’area Nord di Napoli, rapporti intrattenuti anche nelle ore immediatamente precedenti e successive all’omicidio del primo cittadino, che più volte aveva intrapreso azioni di contrasto allo spaccio nella sua cittadina, bandiera blu per le acque marine incontaminate e tra le perle del Cilento.
Gli investigatori del Ros ritengono che Damiani, una volta estradato e interrogato, potrebbe fornire molti elementi utili per chiudere delle indagini complicate e identificare movente e responsabili dell’omicidio. Per rintracciare l’uomo, fondamentale il monitoraggio sui voli sudamericani, dato che Damiani si spostava tra Brasile, Colombia e Uruguay, e l’intreccio dei traffici telefonici internazionali.
ECCO LA FOTO DEL BRASILIANO ARRESTATO
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