Domenica il talentuoso numero 10, inseguito vanamente in estate da Lotito e tornato in granata solo a novembre, è scivolato addirittura in Tribuna. Secondo qualcuno è stata una punizione per qualche parolina di troppo pronunciata in campo al Fattori, in piena trance agonistica; secondo altri l’esclusione è stata dettata dal fatto che il ragazzo era diventato papà poche ore prima (motivo per cui magari poteva essere un po’ “distratto”). Mancini, che ha avuto modo di chiarirsi pure con Ezio Capuano, riguardo ad alcune ingenerose dichiarazioni sull’ex trainer granata Perrone rilasciate dal romano in sala stampa proprio dopo il match col Barletta, sta lavorando sodo per dimostrare a Gregucci che il titolare del ruolo di fantasista in questa squadra è lui. Che si tratti di gare interne (dove ha sempre dato il meglio di sè) o in trasferta (dove anche lo scorso anno in Seconda Divisione spesso si perdeva), il ragazzo di Ostia vuole dare il suo contributo per rilanciare le quotazioni della squadra e le sue. Mancini, riavvicinatosi all’area di rigore, vuole anche lanciare l’assalto al suo record di gol in una stagione (che appartiene all’annata 2007/8, quando segnò 7 gol in 18 partite al Taranto, play off inclusi).
Salernitana: Mancini rivuole la maglia numero 10
Manuel Mancini vuole riprendersi la maglia numero 10 e vuole tornare ad essere incisivo, devastante come era successo contro il Barletta. L’Assist a Gustavo per l’1-0 e il gol del raddoppio contro i pugliesi portarono la firma del centrocampista di Ostia, migliore in campo, libero di svariare su tutto il fronte d’attacco. Gregucci avanzò il suo raggio d’azione di una ventina di metri e a Salerno si rivide quel Mancini che con la maglia di Gallipoli e Taranto in passato aveva dimostrato di meritare anche categorie superiori. A L’Aquila, invece, il romano, francobollato da Corapi e puntualmente raddoppiato quando entrava in possesso del pallone, non è riuscito ad entrare in partita e non ha trovato la posizione giusta, al punto che ha fatto fatica a rientrare ed ha finito con l’innervosirsi (tanto che Gregucci s’è sgolato per richiamarlo e alla fine l’ha dovuto sostituire).
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