“Non abbiamo mai capito perché gli fu consentito di andare subito all’estero – afferma Antonio Vassallo – in questi anni su di lui sono state dette tante cose, alcune certamente inesatte, altre non riscontrate. C’è chi ha sostenuto di averlo visto parlare al telefono, dopo l’omicidio, e poi gettare un oggetto in mare. Altri hanno detto che era fermo in moto nei pressi di un bar. E poi ci sono le riprese effettuate dalle telecamere della videosorveglianza sul porto. Ora ha la possibilità di fare chiarezza e di dire tutta la verità”.
Oggi Antonio Vassallo ha 30 anni, come il padre è impegnato nella vita del suo paese come assessore allo Sport e alle politiche giovanili nella giunta comunale di Pollica guidata da Stefano Pisani, il vice di Angelo Vassallo chiamato a raccogliere sul territorio la pesante eredità del sindaco ambientalista capace di lanciare in tutto il mondo l’immagine del Cilento.
“Tante persone – riflette Antonio – in questi anni non hanno contribuito come potevano e come avrebbero dovuto a risolvere questo omicidio. È stato ucciso un uomo perbene, un sindaco che aveva fatto sempre e solo il suo dovere, amministrando con amore il suo territorio. Eppure troppi hanno taciuto, si sono girati dall’altra parte. Sono stati pochi quelli che hanno accettato di spiegare, ad esempio, da chi acquistavano droga durante quella terribile estate. Ecco, spero che ora la coscienza abbia la meglio sulla paura o sulla volontà di nascondersi. E credo che anche Damiani abbia molte cose da raccontare che potrebbero rivelarsi utili alle indagini”.
“Quando penso a quella sera – racconta Antonio Vassallo – provo un sentimento di rabbia che si mescola alla tristezza di non avere più accanto a me la persona che fino a quel momento mi aveva indicato con mano sicura la strada da seguire. Un dolore che si fa più profondo se penso alla sofferenza di mia madre, rimasta senza il compagno di tutta una vita. È difficile andare avanti con questi pensieri. Ti aiutano il desiderio di giustizia e la fiducia negli inquirenti che stanno lavorando moltissimo per risolvere un’inchiesta apparsa sin dal primo giorno molto complessa. Avere una risposta agli interrogativi non mi restituirà mio padre, ma mi aiuterà almeno a trovare una ragione per quello che è accaduto”.
Fonte Repubblica.Napoli.it