In particolare, i Carabinieri dello speciale reparto a Tutela dell’Ambiente nel corso del controllo all’impresa, all’interno del capannone, hanno accertato che vi erano presenti ingenti cumuli di rifiuti speciali, costituiti da imballaggi in materiale plastico indifferenziato, teli di plastica, imballaggi in carta e cartone, rifiuti plastici derivanti da attività di demolizione e costruzione; inoltre, all’esterno del capannone, sul retrostante piazzale, vi erano depositati a cielo aperto altri rifiuti speciali quali pneumatici fuori uso, un consistente cumulo di materassi, cassoni scarrabili contenenti vetro ed imballaggi in vetro, legno e contenitori di pelati, visibilmente ossidati ed esalanti odori nauseabondi verosimilmente dovuti alla presenza di conserve di pomodoro avariate. Sulle aree esterne, ai lati del medesimo capannone, si accertava la presenza di ulteriori rifiuti speciali costituiti principalmente da legno ed alcuni frammenti di onduline in eternit, verosimilmente contenenti fibre di amianto.
In esito all’attività di ispezione, a carico del legale rappresentante dell’azienda i Carabinieri del N.O.E. hanno rilevato diverse violazioni penali in relazione alle ipotesi di reato previste dal D.Lgs 152/2006, c.d. Codice dell’Ambiente.
Difatti è stato accertato che le operazioni di rimozione dei rifiuti erano state avviate in contrasto a quanto previsto da apposita ordinanza sindacale per il ripristino e la bonifica del sito interessato dalla presenza dei rifiuti, poiché il “Piano di Lavoro” non era stato redatto e presentato agli organi competenti, per cui non si era di fatto proceduto ad una effettiva caratterizzazione dei rifiuti speciali presenti nel sito, al fine di pervenire ad una esatta caratterizzazione e pericolosità degli stessi, ciò in violazione dell’art.255 del D.lgs 152/2006.
Inoltre, presso l’impianto erano stati illecitamente recuperati, poiché in assenza della prescritta autorizzazione, iscrizione o comunicazione, rifiuti speciali ingombranti di cui al codice CER*200307. Ancora, trascorso oltre un anno dalla cessazione dell’attività, l’impresa non aveva provveduto ad allontanare i rifiuti speciali ivi depositati di cui era detentrice, avendo così abbandonato i medesimi presso il capannone industriale e l’attigua area esterna; ciò anche in violazione alle prescrizioni dell’autorizzazione al recupero, ovvero per aver omesso di avviare alle operazioni di recupero i rifiuti messi in riserva, il tutto in violazione dell’art.256 del D.Lgs 152/2006.
Per tutto quanto accertato, i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico hanno proceduto al sequestro preventivo di un capannone industriale di circa 800mq e di una annessa area scoperta di circa 1.000 mq, interessati dalla presenza dei descritti rifiuti.
Al termine delle attività di indagine il legale rappresentante dell’attività di impresa è stato dunque deferito in stato di libertà ai magistrati della sezione reati ambientali della Procura della Repubblica del Tribunale di Nocera Inferiore, guidata dal Procuratore Capo Giovanni Francesco Izzo.