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Politica: attesa per i Ministri del Governo Renzi, domani i nomi

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Era affollato il freccia rossa di ieri verso Roma. A bordo una delegazione di democrat campani per l’udienza con Luca Lotti, responsabile organizzazione del partito ma soprattutto Richelieu del potere renziano. Uno che, insomma, in queste ore è alle prese con problemi più impellenti e urgenti – scrive Il Mattino oggi in edicola – Tipo chiudere sì una squadra ma quella di governo. E invece ieri pomeriggio si trova a dover dirigere il traffico tra desiderata e richieste dei capicorrente per la squadra della Tartaglione. Non solo. Perché Lotti fa capire il futuro di De Luca e il peso forte sul Pd campano. Un futuro che non passa affatto per palazzo Chigi ma resta ancorato a Salerno con uno sguardo sulla Campania

Il nome è spuntato ieri sera, e Matteo Renzi avrebbe già fatto pervenire al diretto interessato la proposta: sarebbe Nicola Gratteri l’obiettivo per il ministero della Giustizia. L’attuale Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria si è preso un pò di tempo per rispondere.

In caso di risposta negativa, in Transtlantico si fa ora il nome di Dario Franceschini per il ruolo di Guardasigilli anche se i suoi fanno sapere che finora avrebbe preso tempo preferendo i Beni Culturali.

Il vero nodo per la composizione del governo resta comunque il ministero dell’Economia. Il nome di Guido Tabellini è in queste ore il più forte: l’ex rettore della Bocconi avrebbe infatti “scavalcato” Pier Carlo Padoan. Trattandosi però di un tecnico (ed essendo invece da più parti stato richiesto un nome “politico”) il ruolo di vice sarebbe affidato a Enrico Morando a meno che non venga deciso (come insistono a chiedere diversi renziani) di affidare il dicastero a Graziano Delrio, «affiancato da tre vice di cui almeno uno di peso e statura internazionale».

In realtà il vero obiettivo per il braccio destro di Renzi dovrebbe essere l’Interno ma qui si interseca la delicata partita relativa al ruolo di Angelino Alfano col leader Ncd che vorrebbe confermata la sua poltrona da “numero 2” dell’esecutivo e il segretario pd che invece non vorrebbe dubbio alcuno sul fatto che questo è solo e soltanto il “suo” governo. In cambio del passo indietro di Alfano, ecco le conferme di Lupi e Lorenzin (col primo che potrebbe anche essere spostato a un ministero ancora più importante come quello della Difesa) oltre magari a un terzo ministro in un ruolo minore come (ad esempio gli Affari Regionali). Sempre relativamente agli alleati, quasi certa la presenza della segretaria di Scelta Civica Stefania Giannini (istruzione) e in bilico la candidatura di Irene Tinagli per un dicastero economico.

Sul fronte Pd, praticamente certe le renziane Maria Elena Boschi alle Riforme e Federica Mogherini alle Politiche Ue. Alla Difesa oltre al nome di Roberta Pinotti circola quello di Emanuele Fiano. Per la minoranza, si ragiona ancora se assegnare tre ministeri o due ministri e due vice: praticamente sicuri sarebbero Andrea Orlando all’Ambiente e Maurizio Martina all’Agricoltura; se si finisse con l’assegnare alla minoranza tre ministri, il terzo sarebbe Guglielmo Epifani per il quale si parla di Lavoro o di Sviluppo.

 

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