E questo, ricorda il presidente della Giunta campana, nonostante siano stati in tanti a sostenere la sua proposta di riformare le Regioni e di dare vita a sei macroaree che abbiano “solo compiti di programmazione e pianificazione senza alcuna funzione di gestione, non devono cioè gestire denaro pubblico, come invece spetta a Comuni e Stato che hanno compiti di amministrazione”. Il punto è “ridare alle Regioni o alle macroaree ciò che la Costituzione aveva all’inizio previsto per loro”.
“Mi si dice che non siamo pronti e che occorre aspettare di aver affrontato prima la vicenda delle Province – sottolinea – Ma questa non è una risposta adeguata perché non abbiamo più tempo”. “Può sembrare strano che un presidente di Regione chieda di sciogliere il proprio ente – afferma – ma le Regioni, così come sono, non sono sostitutive dello Stato e non possono funzionare”. La riforma delle Regioni con il loro scioglimento è “un mio cavallo di battaglia da tempo, e penso di avere una certa credibilità essendo presidente di Regione”.
“La materia concorrente – ribadisce – ha creato debito pubblico, incertezze, lungaggini, rallentamento per le imprese, per le famiglie e per le persone. Si è voluto partire dal malato meno grave e cioè le Province, ma è come se ci fosse un malato che deve andare in sala operatoria e si dà precedenza a chi ha problemi al menisco piuttosto che a chi ha un blocco intestinale”. “Certo il menisco dà fastidio, ma è più urgente l’altra patologia. E in questo caso la patologia più urgente è il rapporto Stato-Regioni – conclude – Sciogliamole con coraggio e senza girarci attorno, facciamolo in tempi rapidi e costruiamo sei macro aree”.
1 Commento