“E’ una prestazione veramente vergognosa, la squadra è stata moscia ed inguardabile, senza la necessaria cattiveria, ed ha confezionato errori su errori – spiega il presidente biancorosso -. Nell’intervallo, avrei voluto scendere negli spogliatoi per picchiare qualche giocatore. Mi dispiace perdere così, tenevo alla Coppa Italia”.
Camilli getta poi un occhi sul campionato: “Ho investito nel mercato di gennaio per rinforzare la squadra – dichiara il numero uno unionista -, ora proveremo ad entrare nei playoff, anche se onestamente sono sempre stato abituato a lottare per obiettivi più importanti e considero comunque questo torneo una stagione di transizione”.
Quindi, il presidente biancorosso ribadisce la sua intenzione di cedere la società a fine stagione:
“Al termine di questo campionato me ne vado. Ho trascorso 15 anni molto belli a Grosseto, quest’anno ho comunque iscritto la squadra in Lega Pro e ho dato una struttura al settore giovanile – afferma Camilli -. Ho pensato come sempre a mettere apposto il bilancio e chi è intenzionato a farsi avanti troverà una società sana, che, nella peggiore delle ipotesi, disputerà ancora la Prima Divisione. Ricordiamoci da dove siamo partiti quando sono diventato presidente, abbiamo compiuto una scalata formidabile, poi l’anno scorso siamo retrocessi in modo dignitoso e non per colpa nostra. La rosa è composta da giocatori in scadenza di contratto, in prestito o in comproprietà. Quindi, chi arriverà dopo di me non avrà oneri sotto questo punto di vista”.
Camilli fa poi il punto sulla possibilità di trovare acquirenti per la società biancorossa:
“Parliamoci chiaro, al momento nessuno vuole il Grosseto. La grave crisi economica ha scoraggiato gli investimenti nel mondo del calcio, ma in fondo qui il problema è un altro: la città è fredda, non vive di questo sport come altre piazze. Ci sono tre mesi di tempo per trovare un altro che prenda il mio posto, ma fare calcio qui è veramente difficile – dichiara il presidente biancorosso -. Nel corso degli anni abbiamo sempre allestito squadre competitive, ma poi sono stato costretto a cedere ogni volta i migliori giocatori perché allettati da realtà più appetibili, che potevano offrire loro di più sia a livello sportivo che economico. In ogni caso, ho sempre salvaguardato i bilanci e siamo ancora in piedi in un campionato dignitoso come la C1, mentre società più blasonate rispetto al Grosseto sono fallite e poi sono dovute ripartire da tornei inferiori”.
Fonte Grossetosport.com