A dirlo Vincenzo De Luca a LIRATV nel corso del consueto appuntamento del venerdì. “Avremmo dovuto già vendere l’azienda alcuni anni fa – dice De Luca -, ma una delibera di Consiglio Comunale del 2008 ci ha consentito in modo molto forzato di trovare una scappatoia. Da allora, in termini di parassitismo, non è cambiato niente, alla Centrale così come in altre aziende dove pure dovremo mettere mano.
Qualche dato significativo: solo di salario accessorio, cioè di contratto integrativo aziendale, la Centrale spende 700mila euro all’anno, che si aggiungono a tutto ciò che è previsto dai contratti nazionali, comprese tredicesima e quattordicesima. Una cosa del genere, in un momento in cui i comuni sono disastrati per colpa dei tagli nazionali, non è più tollerabile; e non è tollerabile che si brucino 700mila euro in un’azienda partecipata, in aggiunta al contratto nazionale, quando i dipendenti del comune, che peraltro non hanno la quattordicesima, hanno visto quasi azzerati gli straordinari; non si può tollerare che dal 2012 si dia una gratifica natalizia di 258 euro netti o che sia prevista un premio di rendimento per “autonomia di reparto” pari a circa 300 euro; e non si può tollerare che, nell’ambito di quei 700mila euro, il trattamento economico dei più giovani sia di molto svantaggioso rispetto a quello di dipendenti che stanno lì da decenni.
Qui non si difende il latte, si difende il parassitismo, si tutela solo il proprio fondoschiena. Queste cose le abbiamo scoperte perché i privati interessati all’acquisto ci hanno chiesto la documentazione, e non solo si sono ritrovati questo quadro contrattuale, ma hanno trovato chi ha fatto di tutto per scoraggiarli.
Tutta questa vicenda è la condanna a morte della Centrale del Latte, perché o l’azienda trova nuove risorse, che possono essere garantire solo dai privati, o va in crisi. Alla Centrale inizieremo da subito a fare piazza pulita: non ci dovrà essere più neanche mezzo euro di straordinario, si paga fino all’ultimo euro quello che è previsto dal contratto nazionale”.