E intanto si lavora anche sul plafond di 2 miliardi di Cdp che dal mese prossimo dovrebbe essere girato alle banche che provvederanno poi a erogarlo. Anche in questo caso la priorità saranno i mutui per le giovani coppie o le ristrutturazioni. Il Fondo affitti sarà quindi dotato di 200 milioni di euro per due anni. Replicando in Italia il modello francese, peraltro già sperimentato in alcune città, i Comuni potranno creare agenzie che diano garanzie ai proprietari di case che affittano a canone concordato sia sul pagamento dell’affitto, sia su eventuali danni, così come sul rientro in possesso dell’alloggio a fine locazione (restano in vigore le procedure di sfratto per morosità).
Il piano prevede anche il finanziamento strutturale del Fondo per la morosità incolpevole e l’abbassamento della cedolare secca per chi mette sul mercato a canone concordato gli alloggi sfitti. La cedolare era già scesa dal 19 al 15 per cento e scenderà ora al 10 per cento nell’arco di 4 anni. Tra le misure, Lupi ha pensato anche a specifici interventi per il rilancio dell’edilizia popolare. Parte del piano sarà infatti dedicata al recupero degli alloggi sociali, con agevolazioni alla ristrutturazione e manutenzione straordinaria degli edifici, sottoposto a rigide verifiche e scadenze temporali, sul modello del decreto del fare.
Verrà inoltre prevista la facoltà di acquisto degli alloggi sociali da parte degli inquilini, grazie a procedure definite dal Governo previa intesa della Conferenza unificata, con il sostegno di un triplice intervento: la durata del mutuo sino a 30 anni (Convenzione CDP/ABI), un Fondo per la concessione di contributi in conto interesse che permette mutui a tasso agevolato, la garanzia statale sul mutuo (prevista dalla legge di stabilità). Saranno infine previste detrazioni per gli inquilini di alloggi sociali, pari a 900 euro per i redditi sotto i 15.500 euro che si dimezzano a 450 euro per quelli invece sotto i 31.000 euro l’anno. Ultimo punto già definito infine il cosiddetto «rent to buy», ovvero la facoltà, dopo 7 anni di corresponsione di canoni di affitto, di acquistare un alloggio sociale, scalando parte dell’affitto pagato dal costo dell’alloggio.