Con l’avvento di Gregucci la Salernitana ha scoperto un Foggia che s’avvicina a quello che in passato era arrivato finanche a vestire la maglia della nazionale, ma che l’inattività al sole di Dubai lo scorso anno aveva reso la brutta copia di se stesso. Il tecnico gli ha parlato chiaro, gli ha chiesto sacrifici e lavoro, lui ha esguito e ora le gambe, che prima non andavano, stanno iniziando a girare. Foggia con le zampine fresche è un giocatore che può fare la differenza (non solo in Lega Pro), prima era solo un lusso, un peso, un inutile orpello. La sua faccia sporca di fango all’uscita dal campo dopo il derby vinto in rimonta dalla Salernitana contro il Benevento è un manifesto: oggi Foggia è pronto a dare l’anima per aiutare i compagni di squadra a raggiungere la miglior posizione nella griglia dei play off e i suoi compagni di reparto, che hanno potuto usufruire di una serie di assist nelle ultime settimane (come quello con la trivela, il tocco d’esterno sinistro di domenica scorsa), si stanno accorgendo di quanto possa essere importante avere alle proprie spalle un suggeritore del calibro di Foggia. Dopo averlo atteso a lungo, finalmente la Salernitana ha trovato il suo numero 10, proprio quando il mancino napoletano ha preferito indossare la maglia numero 7, chissà forse anche per liberarsi di un peso e giocare più libero da pressioni.