La confidenza di Riina risalirebbe a novembre scorso. Il padrino di Corleone avrebbe raccontato al suo interlocutore che il telecomando della carica era stato sistemato nel citofono del palazzo dove abitava la madre del procuratore Borsellino. Il giudice, citofonando alla madre, avrebbe dunque azionato la bomba piazzata dentro la Fiat 126, che lo uccise insieme ai cinque poliziotti della sua scorta. I pm di Caltanissetta stanno esaminando le parole di Riina perché ancora oggi c’è un grande mistero attorno al telecomando che attivò l’ordigno della strage di luglio. Neanche i pentiti di Cosa nostra ascoltati dai pm di Caltanissetta hanno saputo dire chi avesse in mano il congegno elettronico.
Fonte: Corriere.it