Verdina Stella è un personaggio senza maschere e prima di approdare in scena, conquista il suo pubblico sul web, grazie ad otto video, creati dal film-maker, Guglielmo Enea. Verdina Stella, è il racconto della nascita di un personaggio e della scoperta del suo posto nel mondo. Con le immagini filmate di Enea, si raccontano i suoi primi passi, i primi incontri e le prime apparizioni. Nell’umanità di Mariella Celia, è nascosta la sua natura, inconsapevole folle e luminosa, di clown sconclusionato e benefico. Sabato 15 (ore 21), il cartellone della rassegna accoglie due compagini del Belgio; ad aprire le danze sarà “Stone”, una performance – di e con Annè Dolores Mercèlis – che nasce da una ricerca sulla pietra, sul suo incontro con l’essere umano,con la carne, il calore ed il movimento.
Questo lavoro ha diverse versioni (pietra, pietra piuma, Sole e pietra) che si relazionano con gli spazi e le installazioni in continua tensione con il pubblico. In questa versione-solo, l’interprete è così coivolto nel peso della pietra che la danza non lascia vedere chi ne porta il peso. A seguire, salirà sul palco Selim Aydogdu in Labo Dsn(Laboratoire Danse Sans Nom), progetto che parte dall’evidenza del legame tra la memoria permanente corporea e la memoria collettiva. È attraverso il movimento che si esplorano l’insieme dei ricordi coscienti e non, le esperienze vissute e quelle mitizzate dalla collettività di cui il sentimento del passato fa parte integrante. Il corpo trattiene la memoria delle cose e traduce in movimento le emozioni, i suoni e le melodie, come in una relazione istintiva e ancestrale.