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Salerno: quelli che la danza al teatro Ghirelli presenta due compagnie del Belgio

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Si trasferisce sul palco del Teatro Ghirelli (Parco Pinocchio) Quelli che la danza, kermesse in itinere promossa dal Circuito campano della danza diretto da Mario Crasto De Stefano e realizzata in collaborazione con Ra.id., il festival guidato da Claudio Malangone. Questo fine settimana, la ribalta dell’ex fornace Salid accoglie ben tre performance. Si parte venerdì 14 (ore 21) con “Verdina Stella” su coreografie di Orietta Bizarri interpretate da Mariella Celia; la piece unisce la narrazione alla danza ed è il frutto di un costante percorso di improvvisazioni e scrittura automatica.

Verdina Stella è un personaggio senza maschere e prima di approdare in scena, conquista il suo pubblico sul web, grazie ad otto video, creati dal film-maker, Guglielmo Enea. Verdina Stella, è il racconto della nascita di un personaggio e della scoperta del suo posto nel mondo. Con le immagini filmate di Enea, si raccontano i suoi primi passi, i primi incontri e le prime apparizioni. Nell’umanità di Mariella Celia, è nascosta la sua natura, inconsapevole folle e luminosa, di clown sconclusionato e benefico. Sabato 15 (ore 21), il cartellone della rassegna accoglie due compagini del Belgio; ad aprire le danze sarà “Stone”, una performance – di e con Annè Dolores Mercèlis – che nasce da una ricerca sulla pietra, sul suo incontro con l’essere umano,con la carne, il calore ed il movimento.

Questo lavoro ha diverse versioni (pietra, pietra piuma, Sole e pietra) che si relazionano con gli spazi e le installazioni in continua tensione con il pubblico. In questa versione-solo, l’interprete è così coivolto nel peso della pietra che la danza non lascia vedere chi ne porta il peso. A seguire, salirà sul palco Selim Aydogdu in Labo Dsn(Laboratoire Danse Sans Nom), progetto che parte dall’evidenza del legame tra la memoria permanente corporea e la memoria collettiva. È attraverso il movimento che si esplorano l’insieme dei ricordi coscienti e non, le esperienze vissute e quelle mitizzate dalla collettività di cui il sentimento del passato fa parte integrante. Il corpo trattiene la memoria delle cose e traduce in movimento le emozioni, i suoni e le melodie, come in una relazione istintiva e ancestrale.

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