E ciò a maggior ragione in Campania dove il Piano di Riprogrammazione rischia di trasformarsi in un ulteriore taglio dei servizi. Riteniamo, inoltre, sbagliata la scelta della stessa Regione Campania di voler accelerare sulle gare per l’affidamento dei servizi minimi. L’incertezza delle risorse e l’assenza di precise garanzie sulla clausola sociale per i lavoratori renderebbero, infatti, ancor più precaria la situazione del settore.
In Europa, il settore del TPL è interessato da un processo di riorganizzazione rilevante che, con la nascita di grandi gruppi, punta a realizzare economie di scala liberando le risorse necessarie per gli investimenti. Anche l’Italia comincia a muoversi in questa direzione con alcuni eloquenti esempi in Lombardia ed Emilia Romagna.
E’ tempo che pure la Campania realizzi un progetto industriale analogo, a partire dalla Provincia di Salerno dove, da oltre 30 anni, resiste ancora una forte frammentazione del sistema imprenditoriale (circa 50 aziende) che impedisce la necessaria crescita dimensionale del settore comprimendo e mortificando, in alcuni i casi, i diritti dei lavoratori interessati. Occorre pertanto superare quest’anacronistico assetto favorendo la nascita di una sola azienda di trasporto che veda protagoniste il CSTP e la SITA SUD.
Il Segretario Generale Amedeo D’Alessio
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