Foggia ha tutta l’intenzione di portare avanti, fino a raggiungere quel sogno chiamato Serie A: «A gennaio, nel momento difficile della stagione, sono stato cercato da altre squadre. In quel frangente, la strada più facile era quella di andare via. Un’idea che, però, non mi ha mai nemmeno sfiorato. Quando ho accettato questo progetto, l’ho fatto perché ci credevo e ci credo ancora. Qui c’è una società forte e un pubblico che ha fame di calcio. Questa è anche una sfida personale e so che si può vincere. Riporto la Salernitana in Serie A e poi smetto. Perché? Perché avrò raggiunto l’ultimo grande obiettivo della mia carriera».
Dopo un inizio stentato, difficile, come ammesso in prima persona, il cammino di Foggia è ripreso spedito. E, con esso, anche quello della squadra. Un trend incoraggiante, in vista del rush finale: «Ci siamo ripresi alla grande. Da qui a fine campionato avremo cinque scontri diretti. Ritengo che sia una fortuna e non uno svantaggio poter incontrare tante concorrenti nelle ultime partite. Sono quelle gare belle da vivere, dove magari gli avversari provano a fare anch’essi la partita e ti lasciano qualche spazio in più. E poi, una vittoria in uno scontro diretto può valere doppio in termini di classifica. Questo ritiro di Roma ci servirà tanto, proprio in vista dello sprint finale e dei successivi play off». E sulla Coppa Italia: «Siamo giunti in finale. L’obiettivo ora è quello di conquistare il trofeo, contando anche sul ritorno all’Arechi. Sarebbe bello festeggiare insieme ai nostri tifosi un coppa che andrebbe ad arricchire la bacheca personale e del club».
Fonte SalernoGranata.it