Davide Kunz ce la mette proprio tutta per spiegare al padre cosa significhino i termini “taggare”, “bannare” e, soprattutto, cosa si fa quando si passa il proprio tempo su FB. E lui, nonostante non comprenda tutte le procedure per navigare correttamente, sembra aver capito una regola spesso utilizzata in rete: mostrare più di quanto non si è. Non a caso, nel suo profilo, decide di dichiarare di essere “un filosofo, poeta, avventuriero della quotidianità”, per di più nato a Parigi, giusto così, per fare un po’ di scena. Il finale, però, farà ricredere gli spettatori dal momento che le vecchie abitudini sono proprio dure a morire.
Dietro le telecamere Luca Apolito e Manlio Castagna (Fotografia Titta Farbello); produttore esecutivo Gianvincenzo Nastasi.
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