In “Nu Juorno Buono”, c’era in fondo una grande carica positiva “è pero il pezzo più outsider rispetto alla mia produzione, mentre ora sono venuto a dire ‘A verita’”. Una verità che può non sempre far piacere (nella title track parla di “politica che se ne fotte delle famiglie”) e che può essere scomoda perchè invita a far riflettere e questo, secondo Rocco Hunt deve essere lo scopo della musica. “Così come è stato per me, che quando ero piccolo ascoltavo 2Pac – racconta – e i miei primi artisti hip-hop e la mia vita è cambiata, così spero che possa accadere agli altri ragazzi che vedo soprattutto decisamente senza alcuna fiducia nel futuro”.
Durante il festival di Sanremo, racconta che si era creato un vero e proprio tifo organizzato nella sua regione con tanto di pizzerie che reclamavano la serata “pizza e vota Rocco Hunt” o di discoteche che interrompevano la musica per ricordare di tele-votarlo. Rocco e Clementino hanno preso il posto a Napoli che era dei cantanti neomelodici tanto che “le signore ogni tanto ci fermano”, racconta, “e ci ringraziano per aver tolto dalle orecchie dei loro figli i neomelodici!”.
Per la sua formazione la canzone napoletana è stata fondamentale ma quella di Pino Daniele, Napoli Centrale, Sergio Bruni e poi Enzo Avitabile, che ha collaborato nel brano che dà il titolo all’album, ed Edoardo Bennato che viene omaggiato in “Credi” dove canta anche Eros Ramazzotti. “La collaborazione con Ramazzotti è stata a dir poco incredibile”, racconta con spontaneità Rocco, “lui stesso ha scelto quel brano e poi ha voluto darmi qualche consiglio, il primo: impara a suonare uno strumento perchè voi rapper date troppa importanza alle parole e dimenticate la musica”. Semplice e con i piedi per terra, più maturo dei suoi diciannove anni: “Sono cresciuto abbastanza in fretta, grazie all’ambizione. Da una famiglia solida che non aveva molti mezzi, infatti per un pò ho lavorato anche in una pescheria. Poi ho iniziato presto a esibirmi nelle feste di piazza e lì ho sentito una certa responsabilità che mi ha fatto crescere”. Il suo tenore di vita è già decisamente cambiato, “solo per il fatto di potermi dedicare così tanto alla musica.
Poi noto che ora a Salerno la mia famiglia è considerata al pari di quella di un avvocato”. Non diventerà uno di quei rapper che parlano solo di donne-soldi e night club? “No, ne sono sicuro e poi, come una volta aveva detto Nino D’Angelo “se non ci parlo io con la mia gente chi lo deve fare.” Non voglio rimanere a Milano per troppo tempo, anche se in questo momento mi serve”.
Ha promesso che se dovesse vincere il disco d’oro lo appenderà nel quartiere dove è cresciuto e intanto nella copertina dell’album campeggia una foto del mare di Salerno, zona Mercatello, mentre all’interno ci sono altre foto della città: “L’avevo visto fare dal rapper Nas e ho promesso che l’avrei fatto in tutti i miei album”, conclude.
Fonte: La Repubblica.it
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