«C’è chi si esalta per la sentenza invocando l’abbattimento e chi si preoccupa di riformulare la documentazione invocando la prosecuzione dei lavori. E Salerno sta in mezzo. Una vicenda kafkiana: questo bestione di cemento sta lì, in mezzo al guado: non si abbatte e non si finisce».
Roscia sottolinea, inoltre, la preoccupante condizione della città con i suoi cantieri eterni e dice: «Salerno è diventata una città ingessata da opere edilizie senza fine. Per fare un sottopasso che porti la Lungoirno verso il mare e la stazione ferroviaria, stiamo aspettando da anni. Per non parlare del Palazzetto dello Sport che è fermo in zona Arechi con i suoi scheletri arrugginiti».
Ma ritornando sul Crescent Roscia conclude: «Il Crescent rischia di essere una tragedia epocale per la città: quella di rimanere lì fermo ed incompiuto per anni. Basta, Salerno non ce la fa più. Si decida: si abbatta oppure venga terminato, ma senza perder tempo. Salerno non può tenere per 10 anni la parte migliore della sua anima storica, inaccessibile, mutilata , inespressa. I veri sconfitti oggi sono i cittadini salernitani che, comunque vada, rischiano di perdere per anni l’accesso e la vivibilità della parte migliore della Salerno storica. Così com’è ora, il Crescent è un ibrido che va risolto subito. Non abbiamo più tempo!».
Egregio Dott. Roscia ,
anche se non sono un simpatizzante del suo partito, condivido pienamente quello che lei scrive.
Il signor De Luca pensa che la città di Salerno sia diventata il suo orticello, quello in cui ora si costruisce, ora lo distrugge, ora lo si lascia alle ortiche. Egli non è nuovo a questo modo di fare, ma negli ultimi anni, causa eccesso di megalomania acuta galoppante, non si cura neppure del parere, molto spesso anche contrario, di molti suoi concittadini, che evidentemente lui considera veri e propri “sudditi”.
Purtroppo è anche vero che “ogni popolo merita il suo governo”, e la maggior parte dei salernitani lo ha votato e lo voterebbe ancora.
Buona Pasqua