Le imprese femminili in Campania reggono l’urto della crisi ed incidono in maniera significativa sulla composizione dello stock complessivo delle aziende iscritte nei registri camerali. La conferma arriva dal tasso di incidenza sul totale delle imprese che si attesta al 26,6%, superiore non solo alla media delle Regioni Obiettivo Convergenza (25,5%), ma anche alla media-Italia (23,6%).
I dati sono segnalati dal Centro Studi Ance Salerno che ha analizzato l’”Osservatorio dell’imprenditoria femminile” (10.03.2014/www.unioncamere.gov.it), facendo riferimento a due indicatori: il tasso di incidenza (sul totale complessivo delle aziende iscritte) e la variazione percentuale dello stock (31.12.2013/31.12.2012). “All’interno delle dinamiche positive inerenti le imprese a guida femminile – evidenziano gli analisti del Centro Studi Ance Salerno – è rintracciabile una forte componente riconducibile al ricorso all’auto/impiego in considerazione di un permanente quadro negativo, soprattutto nelle regioni del Sud, relativo al mercato del lavoro”.
I dati delle province campane
In ambito regionale spiccano le province di Avellino (32,21%/14.140 imprese femminili) e Benevento (32,12%/11.152 imprese femminili) che si collocano ai vertici della graduatoria nazionale per tasso di incidenza. In questa specifica graduatoria seguono Caserta (27,18%/24.400 aziende); Salerno (25,75%/30.885 aziende); Napoli (25,12%/68.667 aziende).
Le Regioni Obiettivo Convergenza
La Campania con 149.244 imprese è la prima regione – tra quelle dell’Obiettivo Convergenza – per tasso di incidenza ed in termini assoluti su totale delle imprese registrate – 561.732 – che è pari al 26,6%. Seguono Calabria: 45.001 imprese femminili, tasso di incidenza 25,2%; Sicilia: 115.958 aziende a guida femminile, tasso di incidenza 25,2%; Puglia: 92.604 aziende in rosa, tasso di incidenza 24,4%. “Occorre notare – sottolinea il Centro Studi Ance Salerno – che sia il tasso di incidenza delle singole regioni dell’Obiettivo Convergenza che il tasso medio (25,5%) dell’insieme di queste regioni è superiore al tasso di incidenza medio nazionale: 23,6%”.
Variazione percentuale 31.12.2013/31.12.2012
L’ondata d’urto della crisi è stata assorbita in maniera diversa dalle imprese femminili nel Mezzogiorno. Il Centro Studi Ance Salerno ha preso in considerazione i tassi di variazione in termini percentuali dello stock delle aziende registrate nel periodo 31 dicembre 2013/31 dicembre 2012. Tenendo conto che il tasso di variazione nazionale riferito alle imprese femminili è stato superiore (0,24%) a quello del totale delle imprese (0,20%), tutte le regioni della Convergenza – tranne la Sicilia (0,39%) – si sono attestate al di sotto di tale percentuale: la Campania con +0,11%, la Calabria con +0,15%, la Puglia con +0,14%. Entrando nello specifico delle province della Campania solo Napoli (+0,55%) e Salerno (+0,20%) mantengono il tasso di variazione in campo positivo, mentre Avellino (-0,02%), Caserta (-0,56%) e Benevento (-1,12%) risultano in campo negativo. Nel caso di Avellino, però, che è ai vertici della graduatoria nazionale per tasso di incidenza, va detto che il saldo è negativo per solo 3 imprese. E’ evidente, quindi, che si conferma tra le province leader per le dinamiche positive relative all’imprenditoria femminile.
Il trend nel settore delle costruzioni
Il segmento delle imprese femminili nel comparto delle costruzioni – nello scenario nazionale – risulta in controtendenza rispetto all’andamento complessivo delle aziende del settore. Il tasso di variazione percentuale (31.12.2013/31.12.2012) è stato pari al +1,48%, mentre il tasso di variazione generale si è attestato al -1,47%. Dal punto di vista più complessivo le imprese femminili nelle costruzioni sono 67.438 su un totale di 875.598, con un tasso di incidenza del 7,7%. Nel contesto generale delle aziende rosa in Italia, le imprese femminili del segmento delle costruzioni incidono per il 4,72%.
Lombardi: «Fenomeno positivo, ora attuiamo senza ritardi gli strumenti previsti per la crescita»
«Il dinamismo imprenditoriale al femminile – commenta il Presidente di Ance Salerno Antonio Lombardi – è un fenomeno senza dubbio positivo che andrebbe ben valorizzato, ma anche in questo caso scontiamo ritardi ed inadempienze che occorre superare proprio per radicare e sostenere una tendenza che non può che portare valore aggiunto alle economie locali. Senza dubbio in queste percentuali confluisce anche una delle risposte messe in campo per fronteggiare la drammatica emergenza occupazionale. Ma si tratta di un cambiamento non di poco conto dal punto di vista dell’approccio culturale in territori nei quali il posto fisso è stato sempre considerato un punto di arrivo prioritario. Un cambiamento che va incoraggiato e sostenuto in maniera sistemica, con progettualità strategiche rispetto alle vocazioni territoriali».
«Dal punto di vista della nati/mortalità – aggiunge Lombardi – in alcune province le imprese in rosa subiscono una battuta d’arresto, ma spicca in ogni caso il tasso di incidenza sul totale delle aziende che è superiore alla media nazionale: 26,6% rispetto al 23,6%, tre punti netti percentuali in più. Sulla base di questi presupposti è auspicabile – conclude Lombardi – che i vari strumenti già disponibili per l’imprenditoria femminile siano attuati in maniera efficace e, soprattutto, senza impaludarsi nelle consuete sabbie mobili burocratiche».
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