La scelta di chiusura o riconversione degli ospedali deve essere fatta considerando fattori come: fabbisogno di salute della popolazione di quella specifica zona, incidenza di particolari patologie croniche su quel territorio, la presenza di altre strutture ospedaliere nelle zone limitrofe (che possano configurare eventuali situazioni di duplicazioni di presidi), qualità e sicurezza delle strutture che dovranno essere chiuse o riconvertite, caratteristiche specifiche di quel territorio in termini di orografia e flussi turistici (come zone montane, piccole isole), esistenza di un servizio di trasporto efficace e tempestivo dalla zona dove verrà chiusa la struttura agli ospedali che rimarranno attivi, in particolare in caso di urgenze e di servizi ad esso collegati (es. emodinamiche, stroke unit, etc.), qualità, accessibilità e capacità di rispondere ai bisogni della popolazione (efficacia) da parte dell’assistenza territoriale presente su quel territorio: diffusione del servizio ADI, case della salute, lungodegenze, riabilitazione. Garantire la contemporaneità degli interventi legati alla riconversione. Garantire un’organizzazione dell’offerta socio-sanitaria territoriale e di prossimità adeguata a farsi carico del bisogno di salute della comunità.
Garantire la sicurezza degli interventi di emergenza-urgenza, assicurando una corretta e razionale dislocazione dei servizi ed essi dedicati, anche attraverso processi di riconversione (Punti di primo soccorso, DEA I e II livello, etc.), un numero congruo di ambulanze medicalizzate, il funzionamento H24 del servizio di elisoccorso, la distribuzione di servizi collegati alla gestione delle emergenze come le emodinamiche. Prevedere spazi di condivisione e partecipazione delle comunità locali e delle organizzazioni civiche e di pazienti ai processi di riorganizzazione della rete ospedaliera e dei servizi territoriali, nonché sulla valutazione costante (es. audit civico) dell’impatto della scelta maturata ed attuata. Prevedere un piano di comunicazione rivolto alla cittadinanza sulla riorganizzazione. In questi ambiti è necessario favorire la partecipazione degli utenti, in particolare nei processi di informazione, trasparenza, misurazione e valutazione dei servizi, affinché il loro ruolo non si limiti alla verifica finale ma a un coinvolgimento nel percorso di definizione dei servizi.