“È arrivato anche il mio momento. Dopo anni di delusioni e di battaglie perse sono qui a Roma, in qualità di presidente della Consulta provinciale, rappresentare la mia città, i miei studenti, i loro sogni, di fronte a un paese intero. Una cassa di risonanza di livello nazionale che cresce, si amplifica e riverbera la mia voce, le nostre voci. Sono al consiglio nazionale dei presidenti della consulta, una grande convention dove ogni provincia può realmente rivendicare le proprie vertenze, le proprie problematiche fomentate dall’indifferenza generale, peculiarità talvolta tipica di noi giovani, le nostre proposte, che solo qui possono essere ascoltate e ponderate da chi di dovere”.
“Qui le idee si incontrano, si creano, spesso si scontrano, ma non si distruggono, mai. È un’alimentazione continua di spirito creativo e di proposte, e che risente in modo assolutamente proficuo delle differenze territoriali, che talvolta ci fanno sembrare proveniente da paesi sconosciuti, ma che stiamo imparando a comprendere. È strana l’Italia. Si parla di mafia del sud ma non ci rendiamo conto di quanto sia diventato un problema comune, si parla di minoranze e di discriminazioni ma in fin dei conti siamo legati da un filo sottile, tutti noi. Non pensavo potessimo essere così simili nelle nostre differenze, noi giovani italiani”.
“Non pensavo potessi aver a che fare con province che parlano un linguaggio anche totalmente differente dalla mia. Ardua impresa l’unità. Ma si sta evolvendo, si sta attuando. Forse sono gli stessi problemi della scuola a renderci uguali e a farci sentire così legati e uniti. Perché siamo sulla stessa barca, anzi, sulla stessa nave, che per quanto navighi in alto mare sa benissimo dove andare. La distanza è ancora molta, ma la terra promessa la vediamo già. E si fa sempre più vicina. Questa per me è la nuova Italia, e mai, come oggi, me ne rendo conto. Ora torno a me, torno al mio impegno all’interno della commissione Legalità, da me scelta in questi giorni. Torno a ribadire di fronte a tutt’Italia che la camorra mi fa schifo, e che una scuola più giusta e più attiva è possibile. La stiamo creando adesso, e forse, un giorno, non sarà più un sogno”.
Vittorio Biasini – Presidente Consulta Provinciale degli Studenti di Salerno