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Il Corriere della Sera e il dato errato sulla disoccupazione, scuse su twitter

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L’argomento era dei più delicati, l’analisi del tasso di disoccupazione in Italia nel corso degli ultimi decenni e i livelli preoccupanti degli ultimi anni: per questo il Corriere della Sera, in un dettagliato approfondimento su uno dei grandi problemi del nostro paese, ha incrociato vari dati per indicare come il tasso odierno, al 13%, sia lo stesso che affliggeva l’Italia durante i famosi anni di piombo, nello specifico nel 1977. L’articolo è uscito in prima pagina sull’edizione cartacea del quotidiano di via Solferino del 2 Aprile 2014.

Nobile risalto ad un argomento scottante nell’atmosfera già incandescente della società italiana, solo che l’accurato accostamento del Corriere della Sera non era vero, anzi, era profondamente sbagliato. A sbugiardare il quotidiano ci hanno pensato i social network, nello specifico Twitter, con uno scambio di cinguettii avvenuti  tra i professori di economia Alberto Bagnai e Antonio M. Rinaldi e un utente che aveva rilevato l’errore primordiale avanzato dal Corriere: nel 1977 il tasso di disoccupazione in Italia era al 7 per cento, circa la metà di quello attuale, mentre la doppia cifra è stata raggiunta per la prima volta nel 1984/1985, come è stato riportato in un grafico accurato apparso sul sito di Alberto Bagnai, Goofynomics.

Il tasso di disoccupazione in Italia ha superato la decina di percentuale nell’epoca 1984-1988, per poi ritornare sì ai livelli del 1977, ma nel 2006 e non oggi: nel 2013, dati alla mano, la disoccupazione in Italia ha sfondato i livelli precedentemente conosciuti attestandosi sulla tristissima cifra del 13 per cento. Di fronte ad una palese dimostrazione di sbaglio grave perché supportato da dati riportati erroneamente, la direzione del Corriere della Sera non ha potuto che porgere le sue scuse ai lettori sempre via Twitter: solo che la figuraccia ormai è stata fatta a livello nazionale e soprattutto sulla stampa cartacea del giornale, dove una rettifica può arrivare più lentamente rispetto al web. Per ora il dibattito su Twitter continua: non resta che aspettare domani per la nuova prima pagina del Corriere della Sera.

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