Alla prudenza esorta anche una nota ufficiale del Santuario, retto dall’arcivescovo Tommaso Caputo: occorre “attendere che vengano fatti i debiti accertamenti scientifici prima di pronunciarsi”. “Fin dalla fondazione di questo santuario, numerosi eventi prodigiosi sono avvenuti per intercessione della Vergine di Pompei e del Beato Bartolo Longo. Alla medicina tocca dare certezze scientifiche in merito”, conclude la nota, Michelina Comegna è di Castellammare di Stabia, sposata da 55 anni con Giovanni Passaro, pensionato del Comune stabiese. “Dal 4 aprile del 2003” racconta, dopo il primo intervento di parziale asportazione del cancro al seno, era sopraggiunto un ictus. Per lei era iniziato il calvario: 3 anni di completa immobilità al letto e altri successivi 4 interventi, fino all’asportazione totale del seno sinistro, con numerosi cicli di chemio e radioterapie. “Ho sempre pregato la Madonna di Pompei e Gesù, perché tornassi a camminare – racconta la signora – Non mi lamentavo del cancro, ma era umiliante dovermi fare assistere anche per andare in bagno”.
Per anni, ogni domenica, accompagnata dal marito Giovanni, ha frequentato la Basilica della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei. Quindici giorni fa, il 23 marzo, è accaduto l’incredibile. Alla messa delle ore 10, celebrata da monsignor Adamo, la signora Comegna si è messa in fila per prendere la Comunione. “Ho ricevuto l’eucaristia e all’istante ho cominciato a sentire un forte bruciore, dai piedi alle gambe che mi veniva su per il corpo, mentre avvertivo un intenso profumo di fiori – spiega la donna – Era tutto talmente forte, che ho cominciato a spaventarmi. Ho dimenticato che mi trovato in chiesa, perché il bruciore mi ha fatto pensare che stessi andando a fuoco e mi sono guardata intorno convinta di vedere gli abiti avvolti dalle fiamme”.
Monsignor Adamo conferma: “Ho visto la donna avvicinarsi, sostenuta da qualcuno, con passo traballante e poi, presa la Comunione, ha cominciato a sbottonarsi spiegando, in modo discreto ma chiaro, che sentiva un calore dappertutto e poi un profumo. Le ho consigliato di sedersi e pregare”. “Avevo caldo ed ero in un bagno di sudore, grondavo acqua dai capelli – continua la signora – Mio marito credeva che io stessi avendo un malore. Gli ho detto che stavo provando una grande gioia e che avevo bisogno di camminare”.
E il marito racconta: “Si è alzata e a passo svelto ha percorso la navata. Le chiedevo di fermarsi, ma lei andava spedita e non aveva più nessun segno della paralisi dell’ictus”. Giovanni Passaro è commosso: “Prima in chiesa non resistevo più di dieci minuti. Ora ho visto un grande miracolo e posso raccontarlo, è cambiato tutto”. Piangono anche i figli della signora, che hanno assistito per 11 anni la madre paralizzata. E lei, con mitezza, mostra la sua stampella, sorreggendola con la mano guarita. I coniugi Passaro hanno già fatto stampare in argento una piccola gamba e un braccio che consegneranno alla Basilica di Pompei “per grazia ricevuta” con la loro testimonianza stampata su una pergamena.
(Fonte ANSA).
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