Scarano spiega anche il suo rapporto con la famiglia D’Amico: «Il mio rapporto con la famiglia D’Amico nasce fin dalla mia giovanissima età, con Antonio D’Amico e poi Vittorio e Rosanna D’Amico, ed in seguito con alcuni nipoti. Le indagini certamente faranno chiarezza sulle mie responsabilità. Il mio affetto, stima e gratitudine per ognuno di loro è immutato». Ritiene, da sacerdote, di avere dato scandalo? «Lo scandalo mi è stato donato in modo volgare e gratuito. Ma se ho offeso qualcuno o qualcuno si sente offeso, chiedo umilmente perdono». L’arcivescovo Moretti ha definito il suo caso una «controtestimonianza» e un «cattivo esempio». «Ciò che lei mi dice riguardo al mio vescovo, la sento per la prima volta. Io gli devo obbedienza e lui ha la libertà di dire tutto quanto desidera; da parte mia c’è rispetto, obbedienza e silenzio. So che ogni giorno, quando celebro la Santa messa prego per il mio vescovo sinceramente e filialmente. Essere vescovo non è una missione facile e comprendo tutte le sue ansie e preoccupazioni. Ho molta stima di lui».