“Il limite di 36 – continua – è una soglia minima. L’ideale infatti è pensare ad un periodo medio lungo che segue i cicli economici e renda sempre piu’ moderno e libero il rapporto tra lavoratore e impresa. Dedicato all’apprendistato il terzo emendamento che supera l’anacronistico salvacondotto dato dal governo alle regioni inefficienti rispetto ai propri doveri formativi. In assenza di modifica al decreto, infatti, le regioni potrebbero fare a meno di erogare la formazione prevista dall’attuale normativa, danneggiando i ragazzi che finirebbero per pagare miopie, inefficienze e disattenzioni del sistema pubblico”.
“La soluzione – conclude il deputato – risiede nella nostra proposta che chiede in alternativa alla formazione il riconoscimento di voucher formativi che i giovani apprendisti potranno autonomamente impiegare in tutto il territorio nazionale. Da martedì il dibattito in commissione parte dalla Camera dove inizierà il confronto tra posizioni anche molto distanti tra loro all’interno dello stesso PD”.