E’ la stessa Associazione Cattolici Vegetariani a sottolineare nel proprio sito che “l’unico Agnello di Dio di cui dobbiamo cibarci a Pasqua è l’eucaristia. La tradizione dell’agnello non ha nessuna argomentazione teologica sostenibile, innanzitutto perché la religione cristiana non è fondata sui sacrifici animali che sono non solo inutili (cfr. Lettera ai Romani) ma addirittura crudeli e sicuramente lontani dall’idea di amore e compassione verso ogni essere vivente”. L’invito da parte di Veg in Campania ad una riflessione su quanto accade a questi giovanissimi animali è rivolto a tutti, ma in particolare a chi, da cristiano, ritiene di festeggiare una Pasqua di pace e misericordia e si ritrova, ignaro o indifferente, a consumare un piatto che racchiude violenza e privazione del dono essenziale della vita. L’obiettivo è quello di mobilitare l’opinione pubblica e spingere sempre più persone a scegliere di non mangiare prodotti di origine animale perché, ribadiscono gli attivisti, “festeggiare con un menù senza crudeltà significa salvare la vita a tanti animali: il miglior modo per celebrare il rito della Pasqua”.
Salerno: protesta degli animalisti contro il massacro pasquale degli agnelli
Il consumo di carne ovina non è particolarmente elevato in Italia durante il corso dell’anno e così succede che, l’improvviso aumento del carico di lavoro nei macelli, renda le procedure molto confuse e spesso capita che si salti la fase dello stordimento preventivo all’uccisione obbligatorio per legge. Separati dalla madre a soli 22 giorni di vita, stipati in camion in condizioni terribili, gli agnelli affronteranno lunghi viaggi della morte per arrivare ai macelli dove, terrorizzati dall’odore del sangue e dalle urla dei compagni, verranno immobilizzati e legati insieme, «a mazzi», per le zampe anteriori e appesi per essere pesati. Dopodiché, storditi con una scarica di corrente elettrica, mentre alcuni di loro ancora si agitano coscienti, saranno sgozzati. La morte arriverà per dissanguamento. Dobbiamo immaginare una folla di bambini, al di sotto dei due anni, che disperatamente cercano la mamma e piangono senza conforto.