La Coppa Italia servirà come cartina di tornasole per comprendere la voglia di riscatto di un gruppo che forse avrebbe preferito giocare subito con il Perugia anziché aspettare il 27 aprile per ritornare agli impegni del campionato. Per il momento c’è la Coppa Italia, c’è la voglia da parte della società di alzare al cielo il secondo trofeo della sua storia recente, c’è la maglia celebrativa ma c’è soprattutto un rapporto da ricostruire con la tifoseria. Se non sono arrivate bordate dalla società i tifosi non hanno certo gradito il comportamento della squadra.
Le immagini dei calciatori che a Prato sono andati a fine partita sotto la curva occupata dai sostentori granata e rispediti a suon di fischi verso gli spogliatoi sono eloquenti. La Coppa potrà far smaltire alla squadra ed ai calciatori la rabbia e le tossine accumulate e potrà ricompattare l’ambiente in questo finale di campionato nel quale la Salernitana è stata capace di auto penalizzarsi. Nel ritiro blindato di Roma si parla di un lungo faccia a faccia tra Gregucci e la squadra. Un confronto si spera costruttivo e utile per affrontare al meglio le ultime due gare di campionato ed evitare nel contempo pericolosi cali di tensione. Sullo sfondo rimangono i dubbi su quale ruolo potrà recitare la Salernitana nei play off. Comparsa o protagonista? Sta a Gregucci ed ai suoi calciatori sceglierlo.
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