LA NOTA DI EUGENIO RAINONE. “Rispetto a questa vicenda non posso nascondere la mia personale sensazione: quella di essere di fronte ad un film tra il fantasioso e il romanzesco ora come protagonista ora come spettatore. Il fatto che i protagonisti di questo film ruotano sempre intorno al Crescent che da importante progetto di riqualificazione urbana e trasformazione urbanistica si è trasformato in bersaglio di polemiche spesso pretestuose ed infondate. Dopo che questa estate sono stato io stesso destinatario di una singolare informazione di garanzia, sono rimasto piú che stupito oltre che molto amareggiato dall’invio di un ulteriore avviso di garanzia, questa volta a mio padre, quale amministratore unico della RCM Costruzioni.
E questo non solo perché l’onestá , la lealtà e la professionalità di mio padre è nota a tutti, argomento questo poco efficace sul piano giuridico, ma anche perchè nell’enucleazione contenuta nell’informazione di garanzia, il collegamento tra la presunta minaccia e la figura di mio padre sembra venga desunto dalla sua posizione quale amministratore unico della RCM capofila dell’ATI RCM/Ritonnaro/Favellato costituita per partecipare alla gara.
Insomma, dal semplice fatto che l’ATI era l’unica contro interessata all’aggiudicazione dei diritti edificatori sembra che derivi automaticamente una presunzione di responsabilità della RCM, quale capofila, nella persona del suo amministratore. Con questo ovviamente non intendo muovere critiche al lavoro dei magistrati verso il cui operato comunque continuo ad avere piena fiducia, convinto di poterci difendere già in questa fase acquisendo gli atti per verificare eventuali elementi a nostro carico”.
Eugenio Rainone – Amministratore Delegato della Crescent Srl
SALERNO – «Pronto». «E’ lei Salustro? Abita a Cento in via….numero…? Ha due figli? Se ci tiene non venga più a Salerno». Non è una storia di camorra, ma il risvolto dell’inchiesta sul Crescent, che si è chiusa con 31 avvisi di garanzia (tra cui quello inviato al sindaco Vincenzo de Luca) e un provvedimento di sequestro che lo ha preceduto. Salustro è Corrado Salustro, titolare della ditta Cogefer che, in un primo momento si era aggiudicata l’appalto dell’edificio di Bofill salvo poi vederselo revocare dal Comune e accettare – su dettato di una sentenza del Consiglio di Stato – la vittoria della sua antagonista, l’Ati formata dai fratelli Elio e Eugenio Rainone e dai costruttori Ritonnaro e Favellato.
Piena fiducia nell’opera dei Magistrati!! Che facciano luce tra le tante ombre che avvolgono questa città.
quante menzogne si dicono , li c’era solo degrado ,edifici fatiscienti prostituzione e spaccio di droga ,ben venga la riqualificazione che sta avvenendo e che I cittadini di salerno hanno condiviso sposando in pieno il programma del sindaco De Luca.
pero una domanda voglio fare: ma vi sembra normale che un opera finita per ben oltre la meta’ solo adesso viene in mente di indagare?
che vergogna e quanta mala fede.
e qualcuno mi dice perchè mai solo dopo anni denuncia sto fatto?Che poi non è che i tabulati telefonici vengono conservati per 4 anni a meno chè non si è sotto sorveglianza speciale.
Lasciate stare la malafede perche’ non bisogna enunciarla,ma dimostrare.Ovunque vi è degrado si costruisce un Crescent?ma mi faccia il piacere.I cittadini non approvano progetti,ma il sindaco e il consiglio comunale.Del Crescent non importa nulla perche’ è una opera privata,resta il gravissimo problema della piazza e dei parcheggi sotterranai crollati e da rifare questo m’interessa veramente.Allora i tabulati sono falsi?