LA NOTA DI EUGENIO RAINONE. “Rispetto a questa vicenda non posso nascondere la mia personale sensazione: quella di essere di fronte ad un film tra il fantasioso e il romanzesco ora come protagonista ora come spettatore. Il fatto che i protagonisti di questo film ruotano sempre intorno al Crescent che da importante progetto di riqualificazione urbana e trasformazione urbanistica si è trasformato in bersaglio di polemiche spesso pretestuose ed infondate. Dopo che questa estate sono stato io stesso destinatario di una singolare informazione di garanzia, sono rimasto piú che stupito oltre che molto amareggiato dall’invio di un ulteriore avviso di garanzia, questa volta a mio padre, quale amministratore unico della RCM Costruzioni.
E questo non solo perché l’onestá , la lealtà e la professionalità di mio padre è nota a tutti, argomento questo poco efficace sul piano giuridico, ma anche perchè nell’enucleazione contenuta nell’informazione di garanzia, il collegamento tra la presunta minaccia e la figura di mio padre sembra venga desunto dalla sua posizione quale amministratore unico della RCM capofila dell’ATI RCM/Ritonnaro/Favellato costituita per partecipare alla gara.
Insomma, dal semplice fatto che l’ATI era l’unica contro interessata all’aggiudicazione dei diritti edificatori sembra che derivi automaticamente una presunzione di responsabilità della RCM, quale capofila, nella persona del suo amministratore. Con questo ovviamente non intendo muovere critiche al lavoro dei magistrati verso il cui operato comunque continuo ad avere piena fiducia, convinto di poterci difendere già in questa fase acquisendo gli atti per verificare eventuali elementi a nostro carico”.
Eugenio Rainone – Amministratore Delegato della Crescent Srl