“L’attenzione alla famiglia e alla persona connoteranno il nostro fare: le porte del Palazzo si apriranno finalmente all’ascolto e al sostegno di chi ha bisogno; gli indigenti purtroppo sempre più numerosi, i disabili, gli anziani, le giovani coppie in difficoltà, gli sfrattati e i senza casa, gli immigrati, le ragazze madri troveranno conforto ed aiuto vero. Rifonderemo completamente il welfare sostanziando concretamente il principio di sussidiarietà e coniugandolo col valore della solidarietà purtroppo oggi sconosciuto a chi governa con modelli culturali pari a quelli delle destre più estreme.
Attiveremo un monitoraggio permanente dei bisogni e coinvolgeremo attivamente tutte le associazioni “vere” del volontariato ed i loro specialisti fino ad ora tenuti fuori perché non funzionali ai soliti interessi di bottega”. “Il nostro “nuovo” Comune – osserva Valiante – sarà dunque quello di guida e di regia per una politica sociale che investirà molto nel welfare restituendo valore e autonomia al volontariato e restituendo il giusto ruolo di progettazione, di formazione, di raccordo alla “Fondazione della Comunità salernitana” che dovrà accantonare azioni di gestione e dovrà accentuare il necessario collegamento con le organizzazioni del terzo settore”. “Cambieremo tutto – assicura Gianfranco Caliante – il senso di una rinnovata cultura del sociale passerà dall’attuale modello di compassionevole elemosina che oggi si sostanzia quasi esclusivamente col “pacco elementare”, e neppure per tutti, alla valorizzazione di tutti gli specialisti del volontariato, alla riorganizzazione funzionale, condivisa e trasparente del piano sociale di zona e alla attenzione vera per il bisogno sempre più crescente a Baronissi”.
“Se i cittadini ci daranno la loro fiducia – conclude Valiante – destineremo importanti risorse comunali alle politiche sociali, ridurremo l’addizionale Irpef più alta d’Italia provvedendo come prima azione all’azzeramento del costosissimo staff esterno e dell’auto di rappresentanza del sindaco e di ogni altro benefit. Nel nostro modello culturale la solidarietà comincia da questo”.