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Scambio embrioni, Filomena Gallo. “E’ Diritto genitori biologici la restituzione dei figli”

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 I genitori biologici dei gemelli ”hanno diritto a chiedere la restituzione dei figli”. E’ la tesi sostenuta da Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Coscioni, in merito al caso di scambio di embrioni all’Ospedale Pertini di Roma: ”L’ipotesi che ricorre – spiega Gallo – è quella di ‘sostituzione di neonato’ e secondo l’art. 240 del Codice civile l’azione di richiesta di restituzione del neonato, esperibile solo dopo la nascita, può essere esercitata da qualsiasi interessato e, quindi, anche dai genitori biologici”.

La legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, rileva Gallo, ”all’articolo 9 ‘Divieto del disconoscimento della paternità e dell’anonimato della madre’, prevede che i figli nati da eterologa non possano essere disconosciuti e non hanno alcun rapporto parentale con i donatori dei gameti”. E’ però ”bene precisare, ancora una volta – sottolinea – che il caso del Pertini non ha nulla a che vedere con una fecondazione di tipo eterologo: il caso di specie riguarda una coppia che è acceduta con i propri gameti alla fecondazione assistita per avere un figlio.

Quanto scaturito dallo scambio di embrioni esce dalle previsioni della legge 40. Alla luce di tutto ciò, alla nascita dei gemelli, sarà esperito quanto previsto dal nuovo articolo 240 del codice civile, il quale richiama il primo comma dell’art. 239. L’ipotesi che ricorre è appunto quella di ‘sostituzione di neonato”’. Tutto ciò, precisa Gallo, ”non sarebbe accaduto se il Centro di fecondazione assistita avesse rispettato tutte le procedure scientifiche e organizzative, come previsto dall’articolo 10 della legge 40, e se la Regione avesse fatto i controlli previsti”. Resta il ”dolore irreparabile delle due famiglie che potranno comunque accertare le responsabilità di chi ha sbagliato in sede giuridica. Volevano solo un figlio, ma la gioia di un parto e di una gravidanza – conclude – è stata sostituita da una angoscia profondissima, che merita rispetto e silenzio”.

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