L’INPS, a partire dal 2011, dopo avere effettuato 300.000 controlli nei due anni precedenti anche contraddicendo le garanzie previste dalla normativa statale, ha modificato progressivamente le modalità delle verifiche straordinarie, stabilendo di far rientrare, nei controlli a campione, anche gli invalidi. Così facendo, il numero delle revoche, alla fine dei controlli “straordinari”, è risultato artificiosamente elevato: sono state cioè sommate anche le posizioni comunque già considerate rivedibili e, in larga misura, destinate a revoca. Si sarebbero dovuti effettuare, secondo le due associazioni nazionali, ben altri controlli, oltreché, ad esempio, evitare di visitare persone da decenni ricoverate in strutture a causa della loro disabilità, sicuramente non “falsi invalidi”, con tutti i gravosi, inutili e ulteriori costi delle visite per l’INPS, oltre ai disagi per i cittadini.
I dati finali, come pure la millantata incidenza dei cosiddetti “falsi invalidi” effettivamente individuati dall’INPS, sono così risultati “gonfiati” e forieri solo di costi per l’Amministrazione, che sembrano addirittura aggirarsi intorno ai 30 milioni di euro. Il TAR del Lazio ha accolto anche gli ulteriori rilievi di ANFFAS e FISH circa la non equiparabilità tra le visite di revisione ordinaria, di competenza prioritaria della Commissione ASL (primo punto di riferimento territoriale per i cittadini), e quelle straordinarie di competenza esclusiva dell’INPS. Con tale modalità imposta dall’Istituto, infatti, è stata impedita la visita presso le Commissioni ASL più vicine ai cittadini, costringendoli, per la revisione ordinaria, anche a trasferimenti di decine e decine di chilometri da casa e non garantendo quel doppio controllo che evitasse le sviste di una sola commissione. E ancora, il TAR ha appurato che è mancata la tutela alle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale: infatti, mentre i medici nominati dall’ANFFAS erano presenti nelle Commissioni ASL, essi erano esclusi dalle verifiche straordinarie dell’INPS, lasciando pertanto prive di specifica tutela le persone con questi tipi di disabilità.