La prima processione che lascia la chiesa è quella che conduce la statua di Gesù, seguita da quella con l’Addolorata che abbandona il luogo dopo alcuni minuti. A queste si aggiunge un terzo corteo, che parte dalla chiesa di San Nicola di Bari in Rocchetta, e che porta in processione la Croce. Per l’occasione le due congregazioni sfilano in saio bianco e cappuccio, senza le mantelle colorate che le caratterizza, rossa quella del Santissimo Sacramento e nera quella del Rosario, in segno di lutto. I cortei guidati dai confratelli raggiungono la chiesa di San Nicola a Rocchetta, dove entrano e porgono il cordoglio, ossia la visita al sepolcro. Seguendo quello che è il rituale di questo tradizionale evento, le tre processioni percorrono vie differenti che non le fa mai incontrare.
Uno stuolo di ragazzi le accompagna suonando i “carrozzùni” e le “tarocciole”, strumenti che emettono rumore, ottenuto dal battere di alette su linguette di legno, un “suono” che vuole rievocare il dolore della natura per la passione di Cristo raccontata nel nuovo testamento.
Infine i fedeli giungono al luogo detto “Calvario”, qui il sacerdote celebra il rito religioso. L’omelia di quest’anno è stata affidata al Vescovo Monsignor Antonio De Luca, che ha voluto ricordare ai fedeli come questi santi giorni, che precedono la Pasqua, non siano solo di passione, quella passione rievocata nella processione, ma siano anche giorni di speranza simboleggiata dalla risurrezione. Questo di Roccagloriosa è uno dei pochi esempi, che si conserva ancora nel territorio, di enfasi popolare che coinvolge l’intero paese nel rievocare la sacra rappresentazione.