Il ruolo dell’insegnante viene sottovalutato dalla società, dalle famiglie, dai docenti stessi. Sarà per la scarsa retribuzione, sarà per il livello della scuola pubblica italiana, i docenti hanno perso la consapevolezza del ruolo pedagogico prima che culturale caratterizzante il loro “mandato”. Un docente non può limitarsi alla lezione frontale e al voto post interrogazione.
Un docente è qualcosa di più. Perché il docente è quel professionista che capisce la persona che ha di fronte e la sa valorizzare ed educare grazie ad una serie di leggi non scritte che, forte della propria esperienza scolastica e culturale, gli permetterebbe di capire e comportarsi così da preparare lo studente al mondo lavorativo e alla vita. Attenzione a scambiare il ruolo del docente con l’idea di difensore e protettore della causa giovanile. È proprio a causa di una continua ovattatura che gli studenti arrivano immaturi alle prove della vita.
Sarebbe necessario vivere nell’aurea mediocritas. Rigidità e comprensione. Inflessibilità e sostegno. Intransigenza e sensibilità. Importante è il ruolo che il docente ha nella forma mentis del giovane cittadino. La scuola non è la vita, ma una parte limitata delle giornate di giovani che fanno coincidere, in cinque ore, speranze, ambizioni e obbiettivi propri di un mondo esterno a quell’edificio, e quindi sconosciuto e inequivocabilmente influente. Il docente che limita i confini del proprio lavoro a quattro mura non ha ragione di esistere. Si avverte fra i docenti di oggi un sentimento di frustrazione dovuto al non riconoscersi in un sistema che sicuramente li sottovaluta e demotiva.
Ma quale risposta migliore della voglia, della determinazione e della passione per la cultura, può dare chi per la cultura ha speso una vita di sacrifici? Gli uomini di domani sono nel lavoro dei docenti di oggi. Non rovinatevi. Non rovinateci.
Michele Del Vecchio Consulta Provinciale degli Studenti Commissione Edilizia Scolastica