“Al netto delle responsabilità di parte delle classi dirigenti locali, infatti, non credo sia corretto – scrive la deputata – che un rappresentante del governo sposi la tesi secondo cui di aiuti al Sud in questi anni ne sono arrivati così tanti che è giunto il momento di tagliare. Non è così: negli ultimi anni, al netto di tante parole, di aiuti al Sud in termini di investimenti, politiche e attenzione ne sono arrivati veramente pochi. Basti pensare al vuoto enorme sulle politiche industriali di cui a tutt’oggi non v’è traccia. Se a questo poi si aggiunge la condizione drammatica in cui versa oggi il Mezzogiorno, condizione che ogni giorno le rilevazioni statistiche ci ricordano con i dati sull’occupazione, in specie femminile e giovanile, fino ad arrivare a quelli sulle tante, troppe, aziende che chiudono e continuano a chiudere, ci si rende conto che è responsabilità di un governo assumere su di sé questo gap e al netto delle responsabilità locali intervenire con azioni ad hoc in grado di provocare un vero e proprio shock”.
“Personalmente – spiega Valente – credo sia necessario rimettere mano agli investimenti pubblici, per sostenere la creazione di reti di infrastrutture, materiali e immateriali; lavorare a un rilancio serio e strategico della politica industriale per il Mezzogiorno; rimettere in sintonia classi dirigenti locali e nazionali. Mortificare il Sud non serve e non è giusto. Soprattutto se si pensa a tutte quelle realtà sane e virtuose che in tutti questi anni, nonostante tutto, hanno resistito e meritano finalmente una risposta adeguata”.