Un tipo di intervento che ricorre all’utilizzo di strutture rigide, ormai obsolete stando anche agli studi della Comunità Europea al riguardo, e che lascia non poche perplessità sulla sua efficacia nel contrastare un fenomeno “naturale”, come l’erosione costiera, che lungo il litorale salernitano non è così pronunciato da giustificare un intervento così devastante sella nostra costa. Ma Legambiente si è messa a fare di calcolo e tirando fuori qualche numero: la realizzazione di 48 pennelli lungo i 40 km di costa del golfo di Salerno, significherà la sistemazione a mare di circa 1,2 milioni di tonnellate di massi, pari grosso modo ad una collina di cento metri d’altezza, da trasportare con 100 mila viaggi di tir dalle cave di Caserta e del Vallo di Diano. Ogni pennello avrà un costo stimato di circa 600.000 euro, per una spesa totale di 70 milioni di euro per l’intero progetto, per la cui realizzazione si prevedono almeno due anni di lavoro con l’utilizzo di chiatte, ruspe e tir sulle nostre spiagge e nel nostro mare. “Dati incontrovertibili – dichiara Valerio Calabrese, presidente di Legambiente Battipaglia – che richiamano alla massima attenzione sia sull’utilizzo delle risorse comunitarie, per un modello d’intervento che dove prodotto si è rilevato fallimentare e che la stessa Unione Europea sconsiglia, che per l’utilizzo di una risorsa delicata e sensibile quale l’ecosistema costiero, che verrebbe definitivamente compromesso e artificializzato”.