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Play Off: Macalli ammette, “Abbiamo sbagliato il regolamento”

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Dopo circa un anno, anche il presidente della Lega pro Macalli si accorge delle lacune presenti nella formula play-off prevista per il campionato di Prima divisione, ammettendo senza mezzi termini, nel corso del programma Ottogol, di aver sbagliato il regolamento della post- season:” Quest’anno abbiamo sbagliato il regolamento dei play off visto che la seconda in classifica che affronta la nona alla fine dei tempi regolamentari in caso di parità non dovrebbe ricorrere ai calci di rigore, ma passare direttamente il turno. Bisognava riconoscere un vantaggio a chi in campionato ha avuto un piazzamento di gran lunga superiore e non azzerare tutto”.

Sulle polemiche arbitrali, ed in particolare sulle voci di presunti favoritismi a favore di determinate squadre a danno di altre:” Mi infastidisco e mi arrabbio quando sento certe cose che non hanno nessun senso. La Lega Pro non ha interessi particolari verso nessuno e non immaginate come ci resto male quando sento il termine “palazzo”. Ma quale palazzo. Noi abbiamo una sede dove ci sono persone elette dalle società e che cercano di fare in modo pulito, onesto e corretto il loro compito. Nella nostra struttura ci sono varie componenti e tra queste quella arbitrale alla quale chiediamo conto per eventuali problemi o errori perchè siamo vigili e attenti”. Circa le condizioni per poter essere in regola per l’iscrizione al prossimo campionato di Lega pro unico, Macalli è drastico: “Nel consiglio federale del 30 aprile saranno prese decisioni importanti, ma confermo che in Lega Pro ci sarà il massimo rigore con l’inserimento di una normativa che prevede budget preventivi per i costi di gestione e soprattutto dei giustificativi di spesa. Sui gironi purtroppo si tornerà ad un criterio di extra-regionalità, ma questo era un fatto scontato, anche se prima di affrontare questo argomento sarebbe opportuno aspettare l’esito dei vari campionati. Tra l’altro in passato quando abbiamo attuato la formula dei gironi misti era semplicemente per fare in modo che ci fosse uno scambio di culture, con il nord che assimilasse la passione e il calore del meridione e quest’ultimo la managerialità delle società del settentrione”

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