I nuovi proprietari stanno sperimentando un metodo di produzione in parte nuovo, ma molto efficace in termini di quantità e qualità. Da alcune indiscrezioni, pare che i Di Martino siano intenzionati ad assumere almeno altri sessanta lavoratori e che li possano pescare tra i dipendenti ex Amato, ma finora nulla è stato messo nero su bianco. La proprietà sembra intenzionata a potenziare ulteriormente i volumi di pasta prodotta, ampliando la gamma di formati e creando una linea food di quarta gamma in grado di sfondare in Italia e all’estero: quindi sughi pronti, piatti precotti e comunque complementare alla pasta di qualità. Questo farebbe essere ottimisti sulle prospettive occupazionali, ma è anche vero che è passato oltre un mese dalla firma del contratto di acquisto del pastificio: un limbo che somiglia ad una fase di studio sulle potenzialità degli impianti e sulle capacità produttive anche del capitale umano prima di mettere assunzioni e piano industriale nero su bianco.